Il capitano del Frosinone, Fabio Lucioni, ha parlato a Sky Sport dopo la promozione ottenuta ieri sera: “Qualche promozione l’ho fatta ma ognuna ha il suo fascino e la sua bellezza. Quella di quest’anno pè stata anche inaspettata, per il blasone di tante squadre, non partivamo in vantaggio ma volevamo dimostrare che anche noi potevamo dire la nostra e l’abbiamo fatto. I punti messi in testa ne sono valsi la pena, credo poi che questa squadra abbia sviluppato un calcio importante, in una categoria dove non è facile imporsi. Anche noi anzianotti abbiamo portato il nostro”.
Frosinone miglior difesa. 20 giornate senza prendere gol.
“Questa è una soddisfazione importante. Mi piace dirlo, quando una squadra non prende gol non è merito solo della difesa ma di tutta la fase difensiva. Anche chi ha giocato meno deve essere elogiato. Voglio fare un complimento speciale anche a loro”.
Cos’ha di speciale questa promozione?
“Era inaspettata, l’ho detto prima. Quando mi ha chiamato Angelozzi sapevo che avrebbe costruito una squadra importante, come ha sempre fatto e questo per me era una garanzia. L’epilogo è fuori discussione nella bellezza, ogni promozione ha la propria bellezza e quella di quest’anno, con un gruppo giovane, mi ha permesso di non essere mai stanco. Questo è stato un grande segreto”.
Resterebbe volentieri in Serie A con il Frosinone?
“Sono a disposizione, ho quasi 36 anni e ho deciso di continuare a giocare. Voglio farlo a livelli importanti e se la società lo vorrà per me sarà un onore continuare qui. Sono orgoglioso di indossare la fascia per questi colori”.
Qual è stata la cosa più complicata?
“Credo che la risposta sia nel ringraziamento fatto a tutti i compagni e quello che loro hanno fatto a me. Ho portato la mia esperienza e ho sempre lavorato, anche perché con il fisico che ho non è facile giocare contro alcuni attaccanti. A volte è una sfida come Davide contro Golia. Questa squadra ha avuto mentalità grazie a noi più esperti. Ringrazio lo staff che mi ha dato la possibilità di esprimermi. Sono fiero della squadra che siamo stati”.