Lunga intervista del direttore sportivo del Perugia Marco Giannitti a Radio Day dopo la sfida contro il Frosinone, club a cui ha legato a lungo il suo nome: “Ringrazio il popolo gialloazzurro perché mi ha riservato un’accoglienza che ancora sento nella pelle, quando si è lavorato in un posto non si comprende quanto sia apprezzato quello che si è fatto fino a quando a distanza di tempo non si torna lì. I cinque anni che ho passato a Frosinone sono stati un’Università perché quando hai un presidente come Stirpe che ti facilita in ogni trattativa tutto diventa più semplice. Credo che le trattative più importanti siano merito sue perché le abbiamo condivise assieme. Abbiamo condiviso tutto insieme, le vittorie, le sconfitte, calciatori e allenatori. Stare con il presidente Stirpe è come andare all’università e io ho imparato tanto. Rammarico? Alisson lo sarà per sempre, avremmo potuto portare a Frosinone il più forte portiere del mondo, uno che è stato poi venduto per 75-80 milioni di euro, su quell’affare sfumato bisognerebbe scrivere un libro. – conclude Giannitti come riporta Tuttofrosinone.com – Il campionato giocato con mister Longo era da vincere a tutti i costi e per me Moreno ha fatto un capolavoro. Noi venivamo da una delusione enorme con un’allenatore esperto e vincente e per quello ho voluto un emergente. Vi racconto un aneddoto relativo a Palermo. Entrai nello spogliatoio e dissi ai ragazzi che, se li conoscevo un pochino eravamo già in Serie A. Anche a Longo dissi lo stesso trasmettendogli tranquillità per tutta la settimana prima del ritorno. Quella è stata la scintilla che ci serviva”
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