HOMEPAGE PRIMO PIANO Calcio – Frosinone, Angelozzi: “Costruito un bel gruppo, Grosso il nostro valore...

Calcio – Frosinone, Angelozzi: “Costruito un bel gruppo, Grosso il nostro valore aggiunto”

378
CONDIVIDI

Guido Angelozzi, Direttore dell’Area Tecnica del Frosinone, è intervenuto quest’oggi in conferenza stampa: “Siamo partiti per fare un certo tipo di mercato, con l’obiettivo di ringiovanire la squadra e abbassare i costi. Man mano che siamo andati avanti, sono successe delle cose che non avremmo immaginato, come la mancata iscrizione del Chievo al campionato. Questo ha comportato lo svincolo di calciatori importanti, che grazie alla proprietà abbiamo fatto nostri. 

Strada facendo, come dicevo, si sono presentate delle occasioni, ovvero i calciatori del Chievo e un certo Matteo Ricci, a marzo convocato in Nazionale. Una società attenta come la nostra non si è lasciata sfuggire queste opportunità, questi calciatori ora sono di proprietà del Frosinone e hanno contratti lunghi nel pieno della carriera. Il nostro programma è triennale, non si può dall’oggi al domani cambiare tutto e scacciare i calciatori che non vogliono andare via. Abbiamo costruito una base e inserito tanti giovani magari non prontissimi ora ma importanti per il futuro. L’obiettivo è rendere il monte ingaggi sostenibile e, allo stesso tempo, costruire una squadra che dia soddisfazioni.

Gli esuberi? Bastianello, D’Elia, Ardemagni e Tabanelli sono giocatori che non hanno avuto mercato. Qualcuno ha rifiutato di andare via, quando ci sono i contratti non si può puntare una pistola alla testa e mandare via il ragazzo in questione, bisogna rispettare l’accordo in essere. Fino al 30 giugno dell’anno prossimo faranno parte del Frosinone, ci sarebbe la vetrina di gennaio ma la vedo dura, perché sono calciatori che hanno poco da dare. Iemmello? C’era la possibilità che potesse essere ceduto, così non è stato ma in alcuni Paesi il mercato è ancora aperto e qualcosa si sta muovendo, vedremo cosa accadrà.

Siamo in 31, pazienza, ma di questi trentuno ce ne sono 5-6 del 2002 o del 2001, sono giovanissimi. I giocatori fatti sono circa 24, gli altri sono tutti giovani. Sono trent’anni che faccio questo lavoro, portato avanti anche in società molto blasonate, ma è la prima volta che mi capita di condurre una sessione di mercato di questa portata. Spero che vada bene, perché cambiare tanto non è sempre sinonimo di successo.

Ho perso il numero delle trattative portate a buon fine ma l’ultima è quella che mi ha lasciato l’amaro in bocca, ovvero Ciervo, che trattavo dalla Roma. È andato alla Sampdoria, stavamo provando a chiudere in prestito con diritto di riscatto, e seguiva la nostra volontà di creare un patrimonio di cui vi accorgerete. Zerbin? Prestito secco, il Napoli non ha voluto concedere altro ma è un giocatore che ci piaceva molto e che abbiamo voluto prendere lo stesso. La squadra era in costruzione, non sapevamo che avremmo successivamente preso Cicerelli. In merito a Manzari, è arrivato in prestito per due anni con un diritto: il Sassuolo può riprenderlo dandoci dei soldi, altrimenti il ragazzo resterà a Frosinone con una partecipazione dei neroverdi. 

Alzare l’asticella degli obiettivi stagionali? È giusto che i tifosi sognino, ma la società deve mantenere i piedi per terra, il percorso è lungo e, ribadisco, il programma è triennale. Tutto quello che abbiamo fatto va riconosciuto al Presidente. Siamo consapevoli di aver fatto una buona squadra, ma bisognerà vederla nel tempo e beneficiare dell’impegno di tutte le componenti. Vedremo dove arriveremo. Torno su un punto precedente: Ricci, Canotto, Garritano e qualcun altro non erano operazioni previste, la società ha permesso che l’attimo venisse colto.

La cosa più difficile è stata liberare alcuni contratti pesanti, uno su tutti Krajnc, che aveva un accordo fuori portata. Siamo stati un mese e più a cercare di liberare questo contratto, alla fine è stato possibile. L’ultimo giorno di mercato regalavano i giocatori, perché il calcio è in crisi e qualche calciatore non l’ha capito, come qualcuno dei nostri. Il Frosinone ha una proprietà forte e un presidente che è il più tifoso di tutti, quando arriva il calciomercato gli piace che la squadra sia forte.  Ricci? L’anno scorso ha giocato titolare in Serie A, era reduce da un campionato vinto ed è anche stato convocato in Nazionale. Mancini ne ha parlato pochi giorni fa in conferenza. Capita, passatemi l’espressione, un simile colpo di culo: come fai a non prendere questo giocatore? Bisogna essere orgogliosi di quanto concesso dal presidente Stirpe.

I ragazzi sono pagati, devono essere professionali, chi starà meglio giocherà. Tutto qui. La concorrenza fa bene, molto bene. Prima del calciomercato dissi alla squadra: chi vuole stare qui, può farlo. Chi vuole andare via, potrà farlo ugualmente, lo aiuteremo. È cambiata un po’ la filosofia, per me sono tutti uguali. Chi ha voglia di lavorare giornalmente può stare con noi, chi non ha voglia va via senza problemi, amici più di prima. 

Sono soddisfatto di com’è stata cotruita la rosa, ma allo stesso tempo sono rammaricato, e mi prendo la piena di responsabilità, di non essere riuscito a liberare qualche giocatore, anche se qualcuno ha fatto il furbetto. Gli esuberi non saranno messi fuori rosa ma non faranno parte del progetto. Novakovich? Le condizioni stanno migliorando e si è già aggregato al gruppo, mentre per Brighenti siamo molto dispiaciuti perché oggi si opererà a Bologna e starà fuori per 2-3 mesi, o almeno speriamo che il lasso temporale sia questo e non più esteso.

Voglio ringraziare i miei collaboratori per la ricerca di calciatori sia in Italia che all’estero. Fino a giugno con noi ha lavorato Mattia Biso, che è ritornato allo Spezia, oltre ad Alessandro Frara e Gianluca Longo. Questi tre professionisti hanno portato avanti un lavoro strepitoso da quando sono arrivato. Siamo alla ricerca di giovani che possano avere della prospettiva. Gatti, ad esempio, sapevamo che fosse forte, lo seguivamo da due anni. Volevamo prenderlo già l’anno scorso a gennaio per poi lasciarlo alla Pro Patria, ma non ce l’hanno voluto dare, mentre a giugno siamo stati lungimiranzi e con tanta forza l’abbiamo comprato. Parlavamo con un anno dal ragazzo, che era seguito anche dalla Juventus Under 23, ma lui, pur essendo di Torino, ha preferito il Frosinone. 

Gli esuberi andranno fuori lista? Nella lista abbiamo spazio, com’è possibile osservare. Ci sono due calciatori-bandiera, ovvero Brighenti e Gori, mentre gli altri sono tutti nella lista, perché poi ci sono i giovani. Confermo, però, che non faranno parte del progetto tecnico, come gli abbiamo già comunicato. Quando una società decide una cosa la porta avanti, non si torna indietro nemmeno se c’è la necessità tecnica. Ci hanno attribuito trattative per le quali però non sono stato interpellato, come ad esempio Falcinelli. Erano notizie non vere. Gori? Non so se l’Alessandria abbia interpellato il giocatore, quest’ultimo non è mai venuto a dirmi di non voler essere ceduto. Era con noi ed è rimasto con noi.

La stampa era perplessa per Grosso, che io conosco da vent’anni, da quanto giocava in C2 al Chieti ed io ero un giovane direttore che lavorava per il Perugia, società che se ne aggiudicò le prestazioni. Lui arrivò in punta di piedi e divenne titolare, per poi fare il percorso noto a tutti. Siamo rimasti amici, quasi cinque anni fa, quando uscì dalla Primavera della Juventus ed io ero Responsabile dell’Area Tecnica del Sassuolo, volevo portarlo ad allenare in Serie A, per l’appunto in neroverde, ma la proprietà non se la sentì di sostituire Di Francesco con lui. Andò a Bari e la stagione fu positiva. Ha avuto situazioni non belle per due anni. L’anno scorso volevamo continuare fino al 30 giugno con Nesta, poi sono successe delle cose che ci hanno costretto a separarci. Grosso era andato via dal Sion, l’ho chiamato subito e gli ho chiesto se fosse disposto a venire a Frosinone. Mi ha risposto subito di sì, senza chiedermi niente.

Il mister ha trovato un contesto complicato: una squadra forte ma incappata una stagione difficoltosa. Ci ha tirato fuori e successivamente gli ho chiesto di ripartire con un programma di un certo tipo e un progetto nuovo: lui ha accettato. I calciatori andavano cambiati, non perché non fossero bravi, bensì perché quando si sta per troppo tempo in un posto è possibile che ci si adagi, ed è a quel punto che deve scattare la rivitalizzazione dell’organico. Per me lui è stato non bravo ma bravissimo, perché ha avuto l’intuizione Ciano, che l’anno scorso era un cugino o un parente, mentre quest’anno è ritornato. Non pensavo potesse rendere così, merito del mister. Grosso è il valore aggiunto di questo progetto e di questa squadraPresidente, allenatore e direttore sono in piena sintonia, ci confrontiamo sempre. Sono contento che anche i media comincino ad apprezzarlo. 

I troppi attaccanti? È un argomento che riguarda il mister, non sono io a fare la formazione. L’organico è stato strutturato in una certa maniera anche perché, ribadisco ulteriormente, sono successe cose non programmate all’inizio. Non credevo che Ricci potesse venire a Frosinone, così come Garritano e Canotto. Sono arrivati e ora sono a disposizione. Tutti pensavano che Novakovich potesse andare via, ma il presidente ha deciso che sarebbe rimasto. L’allenatore ha detto che c’è qualche giocatore di troppo, ma se si comporteranno perfettamente ci sarà spazio per tutti nell’arco del campionato, dato che capiterà di giocare tre volte nell’arco di una settimana. I ragazzi dovranno essere intelligenti, chi non lo sarà resterà fuori, perché nessuno può rovinare il nostro lavoro. Ragionando così, tutti staranno con le orecchie alzate, faranno il proprio dovere e tutti ci divertiremo“.

Fonte: pianetaserieb.it