Dalle parti di Ferentino, centro sportivo del Frosinone, la parola Europa non è gradita. Lo ribadisce Guido Angelozzi in una intervista concessa a Repubblica: “Per carità. Noi dobbiamo concentrarci sulla salvezza. Il Frosinone diverte? Ci fa piacere. È bello vedere che la città si diverte. Cerchiamo di lavorare sempre con i piedi per terra per raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati quest’estate”, dice il direttore sportivo gialloazzurro alla luce del 12° posto in classifica della sua squadra.
Si aspettava questo inizio?
“Come impatto di gioco no. Volevamo una squadra giovane propositiva e con un’identità precisa ma non pensavo potessimo impattare così. È stato bravo Di Francesco. Il segreto del mercato è il mio gruppo scouting che collabora con me da tanto. Seguiamo tanti campionati e squadre per il mondo e quando parte il mercato cerchiamo di sbagliare il meno possibile. Grazie a loro, lavoro anche più tranquillo”.
Si può aprire un ciclo con Di Francesco?
“Il mister ha un contratto di un anno con opzione per il secondo. Io penso che se uno sta bene in una società, può continuare. Vale anche per me, ho la possibilità di poter lavorare a modo mio. Da qui non mi muovo, così come Di Francesco si sta trovando bene, non vedo perché dovrebbe trovare un’altra realtà”.
Ad Ibrahimovic come ci siete arrivati?
“Scouting, e tanto coraggio. Ma l’arma in più è stata mia moglie. È tedesca, l’ho fatta parlare con i genitori per spiegare cosa avrebbero trovato qui da noi. Li abbiamo fatti venire qui per conoscere l’ambiente, e si sono convinti”.
Siete un’unica famiglia.
“Assolutamente. Stessa cosa con Reinier. Quando c’è stata la possibilità di arrivare a lui ci ha pensato Kaio Jorge a parlargli per convincerlo a venire. Doveva conoscere ogni dettaglio, e Kaio ci ha dato una mano. E lo ha convinto”.
Si dice che la Juventus tenterà di riprendersi Soulè e Barrenechea a gennaio.
“Penso che resteranno con noi. Mai dire mai perché il mercato è imprevedibile, ma è interesse nostro e dei ragazzi continuare così. Si trovano bene, non c’è motivo di interrompere questo rapporto”.
Come ha convinto i nerazzurri a cedere Okoli?
“C’erano diverse squadre che lo volevano, ma non abbiamo mollato riuscendo a prenderlo l’ultimo giorno di mercato, rischiando di rimanere senza un centrale. Sapevamo che il ragazzo voleva venire da noi, quindi abbiamo aspettato. Costruire una squadra di giovani non è semplice. Abbiamo avuto coraggio e in questo momento siamo la società a cui tutti guardano con apprezzamento sia per i ragazzi che per il gioco espresso”.
Volete diventare un modello?
“Abbiamo iniziato in Serie B, vogliamo continuare a portare la nostra idea anche in A. Sono poche le realtà che ragionano così, altre due sono il Lecce e il Bologna. Stiamo mettendo le basi ora, vediamo se riusciremo a tenere questa mentalità nel tempo. Bisogna remare tutti insieme, dalla società ai tifosi”.