Dejan Kulusevski è il protagonista di questa finale di stagione della Juventus.
L’ESORDIO CON L’ATALANTA A FROSINONE E IL PARMA – È il 2016 quando l’Atalanta, ammaliata dalle capacità fisiche e tecniche del sedicenne Kulusevski, decide di investire sul classe 2000 strappandolo alla concorrenza di diversi club europei acquistandolo dal Brommapojkarna. Da lì i primi passi in Under 17, ma uno come lui, da subito, ha sempre scalato anticipatamente le gerarchie. Il passaggio in Primavera è veloce, così come le prime apparizioni con la prima squadra catturando le attenzioni di Gasperini. Tra aprile e maggio del 2018 i viaggi in panchina con i più grandi, nel gennaio del 2019 l’esordio in Serie A: era il 20 e il giovane Dejan sostituisce a Frosinone De Roon a 18 minuti dalla fine dell’incontro. Altre due presenze in stagione e poi in estate il salto definitivo nel mondo dei pro: il prestito al Parma. Qui è esplosione totale nel tridente di D’Aversa dove con Gervinho e, a targhe alterne, uno fra Cornelius e Inglese ha messo in crisi a larghi tratti le retroguardie del campionato di Serie A. Per lui 39 presenze, 10 gol e 9 assist. Prima della conclusione della stessa però, nel mercato di gennaio, l’interesse della Juventus che, con un blitz, accelera e sorpassa la rivale più accreditata Inter aggiudicandosi le prestazioni del talento svedese con un accordo da 35 milioni di euro più 9 di bonus.
GASP, BASTONE E CAROTA – Gasperini l’ha notato e non ha avuto paura, come spesso gli capita, di lanciarlo nel mucchio conoscendone pregi e difetti. I primi minuti con l’Atalanta, la presa di coscienza sul talento cristallino ma anche del tanto lavoro da fare per smussare gli angoli del diamante grezzo con il poco tempo a disposizione. Così il passaggio al Parma, senza perderne però il controllo, e le “confessioni” successive del tecnico di Grugliasco non appena Kulu ha salutato, definitivamente, Bergamo per Torino: “Venderlo di corsa è stato giusto, qui non giocherebbe mai. Dejan potenzialmente è un giocatore importante: ha qualità atletiche e potenza aerobica come nessun giocatore della prima squadra. Deve crescere sotto alcuni aspetti tecnici, per me sarà un grande centrocampista. La Juventus ha fatto un grandissimo investimento, ma l’Atalanta ha fatto molto bene a darlo al Parma. Qui avrebbe avuto meno spazio, pensiamo a Papu, Ilicic, Zapata, Muriel, Malinovskyi. È andata benissimo così, la società ci credeva molto altrimenti non lo avrebbe dato senza riscatto”.
IL PRIMO ANNO DI JUVE – E poi la Juve, al secondo anno da professionista. Una partenza da urlo col gol alla prima uscita contro la Sampdoria, poi un normale calo. Forse neanche troppo dovuto a lui stesso. Per una squadra non costruita nel migliore dei modi, il talento svedese ha dovuto tappare buchi in ogni zona del campo dalla cintola in su. Senza potersi specializzare, senza poter lavorare sui difetti che un ragazzo della sua età necessità di dover migliorare. Tra le mille difficoltà però una stagione finora da 45 presenze, 6 gol e 5 assist. Tanto sacrificio e diverse prestazioni, come l’ultima contro l’Inter, e il gol in finale di Coppa Italia contro l’Atalanta dopo una grande prestazione. Giocate di una maturità tattica passata troppo sotto traccia. Un anno di crescita, in mezzo a difficoltà che possono solo che formare un campione del futuro. E di questo ne è certa la Juve che nella lista degli incedibili della prossima estate ha messo lui e pochi altri.