Causa il cattivo stato di conservazione di molti cadaveri non identificati, presso l’istituto di Medicina Legale dell’Università di Roma La Sapienza, si prospetta a breve la loro chiusura.
Come Associazione Penelope Lazio, ci siamo chiesti se questi cadaveri non richiesti fossero riconducibili a scomparsi senza nome che tuttora vengono ricercati dai loro familiari.
Si sta quindi valutando, quali possano essere gli aspetti giuridici a salvaguardia degli interessi di questa Associazione, con particolare riferimento alle possibili perdite di utili forme di identificazione a mezzo dell’esame del DNA.
Il problema della giacenza di corpi non identificati negli obitori Italiani,(oltre ad essere argomento di discussione ai corsi per gli Agenti di Polizia presso la Questura di Roma) era stato già evidenziato dal Commissario del Governo per le persone scomparse, il dottor Vittorio Piscitelli, ai Responsabili degli Istituti di Medicina Legale (La Sapienza, Tor Vergata, e Gemelli) nel corso di una riunione preliminare presso la Prefettura di Roma.
Iniziativa che aveva riscosso il favore dei citati Responsabili, per porre le basi alla eventuale predisposizione di un protocollo d’intesa finalizzato all’identificazione dei corpi senza nome, (che al 30 giugno 2014 risultano essere di 1.283 unità) e quindi, procedere anche alla creazione di una banca dati contenenti il loro dna.