Uscita da poco per i tipi della Tipografia e casa editrice Strambi, sta già facendo discutere l’ultima opera letteraria del professor Armando Frusone. Non nuovo a scoperte e fatti storici di prima mano brillantemente raccontati, l’Autore sconvolge e appassiona nel romanzo, tanto da rendere difficile rilevare la finzione dalla storia vera e propria del brigante Chiavone, così attraendo anche i lettori più pigri. Affascina come sempre lo stile piano e colto che ci addentra nella narrazione con garbo e appassionato fraseggio. Non resta che leggerlo per diventare edotti sul clima e le vicende del Risorgimento e del Brigantaggio italiani. Il racconto si presta a tutte le interpretazioni che ancora oggi fanno discutere gli storici sulle controversie del periodo, ma Frusone riesce magnificamente a far tornare le questioni irrisolte in equilibrio. Già, lo storico tra le righe ristabilisce un’obiettiva lettura dei fatti che negli ultimi tempi ha visto predominare la visione anti Savoia senza contraddittorio storico-scientifico. Doveroso ricordare attraverso le figure che ruotano attorno alla vicenda di Chiavone anche il rovescio della medaglia, da troppo tempo accantonata. Frusone non segue le mode come ogni storico che si rispetti, parla documenti alla mano, mai severamente ma col gusto e il valore che si deve allo studio profondo della figura del protagonista e del periodo storici.
Non si riscontra nessuna alchimia letteraria nel romanzo, i fatti sono narrati affinchè giungano al lettore limpidi, chiari, cristallini, ed è un bel leggere in un periodo in cui i narratori puri sono bistrattati e i “neomodernisti” ignorati.
“Brigante e Generale”, oltre che romanzo storico, è testimonianza letteraria che leggere ed apprendere sono ancora base di una società viva che non si arrende al cosiddetto pensiero unico, ma è aperta allo studio e al dialogo.
Patrizio Minnucci