HOMEPAGE CULTURA ANIME INQUIETE, UN LIBRO DA SOGNO

ANIME INQUIETE, UN LIBRO DA SOGNO

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Io stesso, leggendo “Anime inquiete” di Isabella Cesarini, non riesco a non entrare nel sogno – come scrive Pasquale Panella nella prefazione -, sogno di assuefazione più che di immedesimazione, nelle vite ritratte dall’autrice, in una lingua tutta da degustare, da assimilare come propria dal lettore. La lingua è ciò che resisterà nel tempo di questo saggio biografico. C’è la vita pulsante dei protagonisti che la saggista espone come in un concessionario: molto di ciò che questi artisti straordinari non hanno voluto, o saputo, riferirci ce lo espone la Cesarini, senza fronzoli accomodanti, senza tacere nulla. Frutto di uno studio approfondito, le “23 storie per mancare la vittoria” affascinano il lettore a tal punto che Deve, sente il bisogno, mentre prosegue nella lettura, di andare a verificare, a vedere, a spulciare i libri, le fotografie, le poesie, i film, le canzoni, delle anime di Isabella. Non si può desistere: il saggio è conturbante, coinvolgente allo stremo. Si rimane abbarbicati senza uscita in queste vite straordinarie, inquieti e assetati di sviscerarne gli amori, i dolori, le opere, le vittorie mancate con sussulti e spasmi. Se c’è una raccolta di ritratti che deve stiparsi nelle librerie non possiamo che rivolgerci a “Anime inquiete”, che risolve il suo essere nel dotare il lettore di un incredibile slancio verso il sapere, il migliorarsi, la volontà di esprimersi senza la sciocca vulnerabilità del ritenersi inferiori a chiunque sia. In questo senso il saggio della Cesarini può ritenersi lettura anche pedagogica: quei ritratti svolgono una missione di rivalsa rivoluzionaria, di riscatto per tutti coloro che non vogliono più “mancare la vittoria”.

Patrizio Minnucci