Chi sorpreso ha gridato: “Sentite sta passando la banda”. Altri sono corsi fuori dai negozi o fatto capoccella da dietro i vetri soleggiati. Una ‘musicalità diffusa’ si è propagata questa mattina a Veroli. Ha circolato nelle viuzze del centro, nelle piazze e agli angoli delle strade. Un paesaggio sonoro multiplo, difficilmente immaginabile oggi, in cui il rumore del traffico domina incontrastato sulla serenità delle chiacchierate e la gioia della musica. Musica e cultura popolare, quelle che un tempo possedevano una dimensione pubblica e collettiva. Gli allegri motivetti si avvicinavano ma non c’erano bande per strada, eppure pareva essere stati catapultati all’improvviso in un paesaggio ottocentesco, quando ogni via era caratterizzata da ‘chansonniers des rues’, da concerti di bande cittadine, da suonatori di organetto, dai musicanti ambulanti. Non c’erano bande per strada, ma un solo ometto, un po’ buffo nella sua veste di piccolo pluristrumentista ambulante. Gioioso e tuttofare. Si chiama Angelo e viene da San Biagio Saracinisco. Un organetto tra le dita, sulla schiena una gran cassa sorretta da due bretelle che gli passavano sotto le ascelle e sulla cassa due piatti che battevano, mossi da due tiranti legati a i piedi, come un applauso. Campanelli attaccati su uno ‘scolapasta’ di metallo che gli copriva il capo e la melodia dei ricordi più belli, quelli popolari. Quelle arie che si suonavano nelle aie o dietro le Madonne in processione. Non è poi così raro vederlo lungo le vie dei paesi ciociari, ma ogni volta è una ventata di allegria e nostalgici ricordi. Un corpicino minuto e coordinato che ad ogni muscolo combina un ritmo ed un’ intonazione. Genio, follemente genio, un personaggio uscito da una favola, o solo un simpatico musichiere ambulante, non vogliamo saperlo. Di certo una sorpresa ogni volta che arriva in paese, con la sua aria d’altri tempi, i suoi strumenti ‘riadattati’ più pesanti di lui, i suoi capelli argento, il suo viso graffiato dal tempo e le sue melodie popolari, che colorano di riti e di allegria giornate sempre troppo uguali. Sei un grande Angelo! Che Dio, uno qualsiasi, ti benedica.
Monia Lauroni
Ph: Gian Luca Franconetti