Il jazz deve essere vissuto non spiegato. È una questione di feeling. Quel feeling che si creerà dal 4 al 6 agosto ad Alatri durante la ventunesima edizione di “Alatri Jazz”. Il leit-motiv della manifestazione è favorire l’incontro tra differenti correnti artistiche che si fondono in un unico linguaggio, in nome della contaminazione e del confronto culturale. La programmazione ideata dal Direttore artistico Mauro Bottini, noto sassofonista, clarinettista, docente, compositore nonché Cavaliere della Repubblica al merito artistico, creerà come da suo innato ‘istinto’ un dialogo musicale tra le infinite e imprevedibili anime del jazz, l’eleganza delle forme delle arie, la spontaneità di motivi, il fascino del swing e l’irriverente reiterazione del blues oltre al pop e all’essenzialità senza confini del soul. Tutto questo attraverso talenti musicali dall’indiscusso spessore artistico che si esibiranno tra Piazza Santa Maria Maggiore e il Chiostro di San Francesco. Non solo musica, anche storie e parole. Quelle degli scrittori Patrizio Minnucci, Massimo Mangiapelo, Armando Frusone e Marina Acerra che nel pomeriggio del 5 agosto, presso il Chiostro francescano, presenteranno le loro opere nell’ambito letterario dell’evento “Alatri Jazz ama i libri”. Uno spazio alla parola scritta che il direttore artistico ha voluto dedicare seguendo il suo istinto raffinato e sempre propenso all’esplorazione spirituale. Gli ospiti, tra solisti e band, basta buttare un occhio alla locandina, la dicono lunga sullo spessore della kermesse 2023. Altra ‘chicca’ di questa edizione, sarà il masterclass of Jazz, a cura del Maestro Filiberto Palmerini. Una condivisione aperta e di nicchia di saperi e ritmi per gli amanti del genere che si svolgerà durante tutti i tre giorni del festival. Alatri accoglierà così intrecci di storie, passioni, spartiti, suoni e soprattutto emozioni. Sotto il segno del Jazz. Un Jazz che nella pelle di Mauro Bottini è arte. E’ ebbrezza di suoni e rumori. E gioia animale di movimenti elastici. E’ melanconia di passioni. E’ Alatri in quelle trascendenti serate d’agosto quando tutto deve essere libero di lasciarsi andare come il seme del soffione. Per volere del Jazz.
Monia Lauroni