Potrebbe essere questo il distillato del Varietà andato in scena presso il chiostro di San Francesco. Varietà d’amoR’omano, un titolo che svela senza spiegare. L’ amore, signori, l’ amore. Intrecciato nei versi e nei canti, ripercorso attraverso le melodie dell’anima dell’ Urbe, incarnato, letteralmente dagli abitanti della scena. Per dirlo, l’amore, le parole sembrano non bastare mai, inesauribile filone di vita e sgomento. Intimità ad alto voltaggio che elettrizza e scuote.
In scena si è respirato tutto questo.
Per dirlo l’ amore, nelle sue infinite varietà, bisogna convocare pesi massimi di vita e lirica. E dunque eccoli tutti i cantori dell’assoluto in accento capitolino: Trilussa, Belli, Petrolini, Califano, Rascel, Trovajoli, Fiorini… Una polifonia di maestri sapientemente evocati e tradotti dal talento scenico e canoro del duo Fernando Gatta – Priscilla Baldini, autori registi e interpreti della sottile, fittissima, tessitura performativa, distesa sul tappeto sonoro eseguito dal Maestro Daniele Romeo.
L’ amore, signori, l’amore.
Divinità sfuggente e indicibile, che uno deve vedere incarnato per credere. Incarnato, letteralmente, fatto carne e sceso ad abitare la vita, ad agitarla nello sgomento, a pacificarla in un abbraccio, in una testa pesante di pensieri, abbandonata su un grembo.
E la scena non è stata più messinscena, ma invito, nel salotto del cuore dei due protagonisti. Intimità denudata e offerta, non esibita, agli occhi degli spettatori, o meglio, dei testimoni di certa rivelazione.
Che l’amore, sembrano intendere Gatta e Baldini, ha bisogno di tradursi agli occhi del mondo, farsi sapere… Per sapersi.
In una fresca serata di Settembre la città eterna e il sentimento che eterna sono entrati in punta di piedi e di sensi ad Alatri, senza irrompere, forzare, semplicemente riempiendo.
E il connubio, l’innesto, neanche a dirlo, è riuscito.
“C’era sempre un gran sole
E la notte era bella
Com’eri tu
E c’era pure la luna”
Recitano i versi di uno dei capolavori sussurrati sul palco: ” La nevicata del 56″.
E neve è scesa, dal cielo fresco di settembre, nel chiostro.
Sono nevicati fiocchi d’amore.
E nessuno, nessuno, ha sentito freddo.