Nessuno sconto di pena e condanna d’Appello confermata dalla Cassazione per l’omicidio di Federica Mangiapelo, la 16enne che nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre 2012 era stata uccisa e rinvenuta, la mattina dopo, sulle rive del lago di Bracciano, nei pressi di Anguillara Sabazia (Roma). Il fidanzato Marco Di Muro, accusato dell’omicidio, si è visto respingere il ricorso da parte della Cassazione e si è visto ribadire la pena a 14 anni di carcere.
Di Muro, che all’epoca dei fatti aveva 21 anni, non era ben visto dai genitori di Federica: dalle prime perplessità su una differenza d’età tra un adulto e un’adolescente si era passati alla preoccupazione per quel ragazzo geloso e possessivo, con cui la loro figlia litigava spesso. Quella sera, però, stando al racconto del papà di Federica, Luigi, la preoccupazione era accompagnata da ansie e brutti presentimenti, purtroppo decisamente fondati.
L’autopsia effettuata sul corpo della ragazzina aveva stabilito che a ucciderla erano stati un arresto cardiaco o una miocardite. I genitori, però, sono andati avanti nella loro ricerca di giustizia e nuovi esami hanno rivelato la morte per annegamento. Di Muro aveva raccontato di essersi congedato da Federica intorno alle 3 di quella notte, dopo averla lasciata in piazza ad Anguillara, ma il suo racconto era pieno di contraddizioni ed era stato smentito dalle riprese di alcune telecamere a circuito chiuso che lo avevano immortalato, poche ore più tardi, nei pressi di una stazione di benzina. Inoltre, a incastrare il cameriere, originario di Formello, oggi 26enne, c’era la sabbia rinvenuta sotto le sue scarpe: era la stessa presente sulle rive del lago di Bracciano.
Se lo zio di Federica, Massimo Mangiapelo, continua a viaggiare per l’Italia allo scopo di presentare il suo libro ‘Federica, la ragazza del lago’ e a partecipare a campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, Di Muro ora dovrà andare in carcere. Nel processo di primo grado il giovane era stato condannato a 18 anni con il rito abbreviato; una pena ridotta poi in Appello a 14 anni, grazie alle attenuanti generiche, ma confermata in Cassazione dal giudice dr. Vincenzo Siani che ha respinto la richiesta di una nuova riduzione.
fonte: leggo.it