Riceviamo una nota da parte dell’Amministrazione Comunale e pubblichiamo
“Se si hanno le carte in mano bisogna tirarle fuori: sarà il banco a decidere chi ha il punto più alto. Se non si ha nulla, come nulla si può avere sulla correttezza e legalità di questa Amministrazione e del suo Sindaco Giuseppe Morini, allora bisogna TACERE. Le affermazioni apparse sulla stampa del tipo “la politica del Sindaco Morini è la politica della poltrona, degli inciuci e dei vantaggi personali” sono pericolosamente false e strumentali, tali da poter suscitare reazioni legittimamente volte alla tutela del buon nome e della pubblica funzione del Sindaco.
Sui numeri, l’ex Assessore ha toppato alla grande e abbiamo descritto ampiamente dove e come ha sbagliato, sulle accuse al Sindaco, ben più gravi, ci si consenta, sconsideratamente gravi, vorremmo dare una risposta che certo non sarà al suo “livello”, ma che chiarisce ai nostri concittadini di cosa e chi si sta tanto parlando in questi giorni. Dunque l’Avvocato Galione ad un certo punto della sua esperienza politica di Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Alatri, decide di prendere una strada diversa da quella tracciata dal Sindaco e dalla sua Maggioranza; questa scelta lo porta a fare cose, che questa Amministrazione non ha mai condiviso, ma anche ad esternare pubblicamente tutto il suo “disagio” umano e politico nel condividere le scelte compiute da questa Amministrazione, sempre all’insegna della massima correttezza e trasparenza.
Numerosi e violenti sono i suoi post sui social che dimostrano questo disagio; quanto la “piazza” riferisce sulla linea di differenziazione e distacco di Galione, fa il giusto paio con queste esternazioni. Un esempio su tutti è la posizione di alterità e totale chiusura assunta dall’ex assessore sulla vicenda Multiservizi.
Nell’ultimo anno più volte ed in diverse occasioni il Sindaco, da buon padre di famiglia, ha cercato di ricondurre l’avvocato ad una linea di condivisione delle scelte della maggioranza, senza ottenere alcun risultato. A giugno comincia a circolare insistente la notizia che un nostro assessore (ovviamente l’avvocato Galione) si stia preparando con una propria lista ed un candidato a Sindaco (la professoressa Martina) per concorrere alle prossime amministrative contro questa Maggioranza e contro il suo Sindaco, Giuseppe Morini.
Richiesto di firmare un patto di fine legislatura con il suo sindaco e di appoggio alle prossime elezioni amministrative, l’ex assessore asserisce: “io non sarò candidato, ma se deciderò di farlo certo non starò con questa maggioranza”. Inoltre la stessa professoressa Martina candidamente ed in maniera disarmante, conferma di essere in parola con Galione per la sua candidatura a sindaco.
Cosa avremmo dovuto fare?
Anche questa volta in noi è prevalso il sentimento di amicizia e il rispetto umano, sulla ragion di stato: contrariamente a tanti esponenti dell’opposizione che invitavano Galione ad essere coerente e a dimettersi, lo abbiamo tenuto in Giunta, tacendo, con la speranza che il momento di disorientamento passasse, ma soprattutto dando all’Avvocato Galione la possibilità di fare una dignitosa uscita di scena dimettendosi dalla Giunta, per i motivi che certo non gli sarebbe mancato ritenere più opportuni. Ma questo non è accaduto, eppure di tempo ne ha avuto anche troppo, così, come ben sapete, con rammarico il Sindaco ha dovuto procedere alla firma del decreto di revoca delle Deleghe assessorili.
Questi sono i reali contorni di una vicenda che si può ricondurre ad un atto legittimo di un sindaco il quale si è trovato a dover decidere se mantenere in Giunta un suo assessore essendo decaduto il necessario rapporto fiduciario con lo stesso. Per molto meno, in anni passati e con personaggi e teste diverse, abbiamo assistito a pubbliche crocifissioni dei dissidenti. Per buona pace di tutti, noi non siamo così, Giuseppe Morini non è così: è un uomo sereno che privilegia il rapporto personale a quello politico, è una persona corretta e coerente che ha cercato di costruire una Amministrazione a sua immagine e somiglianza che nel pieno e democratico rispetto delle opinioni di ciascuno, fosse anzitutto una bella e buona famiglia”.