Si è conclusa con una vittoria (Macedonia del Nord) e due sconfitte (Estonia e Macedonia del Nord) la trasferta dell’Italbasket nella “Bolla di Perm”. Ma ciò nonostante gli azzurri di mister Meo Sacchetti, pur già qualificati hanno chiuso al primo posto il loro girone valido per la qualificazione ad EuroBasket 2022. Tra i 12 ha fatto parte anche il “nostro” Davide Alviti, sceso in campo in tutti e tre i match con uno score totale di 23 punti. Un altro ciclo di gare da incorniciare per l’ala 24enne di Alatri in forza alla Allianz Pallacanestro Trieste. Abbiamo raggiunto telefonicamente il talentuoso atleta alabardato o “mulo” come vengono chiamati i ragazzi di Trieste. Curioso questo ultimo particolare visto che c’è qualcosa in comune tra le Città di Trieste e Alatri: ad Alatri una mula bianca portò le reliquie del patrono San Sisto. A parte questa divagazione storica è doveroso ringraziare la società della Pallacanestro Trieste per la celerità con cui abbiamo potuto sentire Davide alla vigilia e dopo la trasferta.
– Davide, ormai diamo per scontato che la Pallacanestro Trieste sta entrando nell’elite della pallacanestro italiana, ritieni che sia la società che il coach Eugenio Dalmasson abbiano contribuito alla tua crescita agonistica?
– Si, l’ho già dichiarato in altre interviste, la società e il coach Dalmasson mi hanno dato la possibilità di crescere e anche di sbagliare. Forse avevo bisogno anche di questo dopo un anno a Treviso non proprio esaltante e come mi aspettavo in termine di fiducia e di minutaggi per cui devo dire grazie a loro.
- Vuoi sintetizzare la vigilia dell’incontro con l’Olimpia Milano e seguentemente il sapore della vittoria contro le “scarpette rosse” di Gigi Datome che tempo fa si è complimentato con te asserendo di “rivedersi” in te da giovane?
- Abbiamo disputato la partita vinta con l’Olimpia Milano (terminata 81-100 e 10 punti realizzati da Alviti) in modo brillante e lucida. Siamo stati molto bravi in difesa, oltre che la prestazione in attacco. Quello ci ha aiutato molto è stata la prestazione difensiva. Siamo andati a MIlano interpretando bene la gara e con la giusta “faccia” e senza paura.
- Ma dove vuole arrivare questo Davide Alviti?
- Non mi piace guardare troppo in là e quindi lavoro giorno per giorno. Ho un sogno nel cassetto, ma questo segreto l’ho rivelato soltanto alla mia famiglia: a mia madre Claudia, mio padre Giulio e mio fratello Alessandro. Però bisogna lavorare giorno per giorno.
- Come vive un ragazzo della tua età questo periodo tristemente lungo di emergenza sanitaria?
- Tutti abbiamo acquisito una “routine” in questo periodo di restrizioni. Penso che la vita è rimasta la stessa, è cambiata la parte che definirei la valvola di sfogo personale: un caffè con gli amici, una pizza, andare a cena fuori. Quello è il brutto per il resto non è cambiato nulla. Forse per il pubblico è diventata brutta la situazione, giocare senza il loro supporto!
- Un commento sulle tre gare della “Bolla di Perm”
- Tre gare costruttive, dagli errori si impara sappiamo che le ultime due non sono andate come ci aspettavamo, ma bisogna ripartire proprio dai match contro l’Estonia e la seconda con la Macedonia del Nord. Il prossimo impegno è il preolimpico, dovremo aggiustare le cose e ripartire con il piede giusto. Un approccio sos: nel primo match l’abbiamo raddrizzata ma nelle restanti non ci siamo riusciti. Dobbiamo ripartire proprio da queste.