Dal venerdì 7 a domenica 9 giugno si è svolta, presso l’Abbazia di Fossanova la terza edizione di “Vini d’Abbazia”. Lamanifestazione mette in rete produttori che valorizzano vigneti di origine monastica, la cui storia e qualità riflettono il lavoro, l’abilità e lo spirito dei monaci, dal Medioevo ai giorni nostri. Lo scopo è far conoscere non solo quei monaci e suore impegnati in prima persona nella produzione del vino, ma anche quei vignaioli che da anni si battono per salvaguardare vigneti di monasteri e conventi. Il Chiostro di Fossanova, nei tre giorni della manifestazione, è stato affollato dalla partecipazione di oltrequattromila visitatori per degustare i vini delle numerose Cantine presenti. A partire dalle venti Abbazie italiane, dalle dieci francesi e dalla presenza straordinaria dell’Abbazia georgiana di Alaverdi. Hanno partecipato anche le otto Cantine della Strada del Vino di Latina, i produttori della Strada del Cesanese del Piglio e del Consorzio del Cesanese Docg, le cantine della Doc del Cabernet di Atina, oltre ai produttori delle Cantine associate a Confagricoltura Latina. Varie Masterclass erano legate al nostro territorio: I vini dai Monti Lepini all’Agro Pontino sui prodottiNero Buono, Bellone, Moscato di Terracina, veri e propri tesori nascosti di un territorio straordinario, tra terra e mare, come quello del territorio di Latina, che stanno conquistando l’attenzione nazionale e internazionale. Domenica le Masterclass sono state dedicate alla Ciociaria. La prima ha riguardato il Cabernet di Atina, gioiello della Val Comino, supportato dal Consorzio Atina Cabernet. Siamo passati al Cesanese, con i produttori della Strada del Vino Cesanese e il Consorzio di Tutela del Cesanese del Piglio DOCG. Tra le degustazioni si segnala l’Azienda Pileum, di Piglio, che dal 2013 ha abbattuto i solfiti, esaltando i tannini; alla degustazione si coglie un retrogusto di arancia. Al metodo tradizionale si affidano Casale della Ioria, che tratta le uve con grande rispetto, senza utilizzare metodiche invasive, e Bosco Castello, Paliano, in cui Maria Elena Sinibaldi si è dedicata da tempo a proseguire l’oscuro lavoro dei suoi avi di valorizzare un prodotto che ha tutti i requisiti per continuare l’ascesa tra i grandi rossi. Infine è stata illustrata la vinificazione in anfora, metodo che da tempo sta tornando all’attenzione degli operatori del settore, tanto da meritarsi un evento nato da una costola di Vinitaly. L’utilizzo dell’anfora risale all’antichità in quanto consentiva il trasporto del vino in sicurezza, senza perdita di qualità. Questa vinificazione affianca i metodi più conosciuti della botte di legno e dell’acciaio. In questo campo i produttori georgiani sono divenuti riferimento. Ma anche dalle nostre parti abbiano qualche esempio di produzione come il Maturano dell’Azienda di Albetum, Alvito.
Il servizio ai banchi di degustazione e alle master class è stato svolto con la consueta grande professionalità dai sommelier della delegazione di Latina di Ais Lazio.
I visitatori hanno avuto anche la possibilità di assaggiare le specialità e i presidi locali, selezionati dall’associazione Slow Food.
L’evento, totalmente gratuito per gli espositori, è stato resopossibile grazie al contributo di Regione Lazio e ARSIAL, Camera di Commercio Frosinone Latina, la sua azienda speciale Informare e Confagricoltura. Si è svolta con la collaborazione di: Comune di Priverno, Oltre Roma wine tour, i sacerdoti missionari dell’Istituto del Verbo Incarnato, che hanno in cura l’Abbazia di Fossanova, la Direzione Regionale Musei Lazio, Slowine. Si ringraziano inoltre gli sponsor: BCC Roma e Azienda Polsinelli ei partner tecnici Vivaio Aumenta, Acqua Filette, Sabaudia Hotel & Spa, Oasi di Kufra.
Appuntamento per tutti nel 2025.
Alfredo Salomone