Dopo una carriera spesa totalmente nel calcio professionistico, con oltre 150 presenze in B e 78 in Serie C indossando le maglie di Frosinone, Alessandria, Triestina e Monterosi, la scorsa estate Mirko Gori, centrocampista classe 1993 ha scelto di scendere in D, accettando la proposta del Desenzano. A qualche settimana dalla sua scelta professionale è lo stesso calciatore ciociaro ha raccontarne i perché nel corso di un’intervista concessa a GianlucaDiMarzio.com, iniziando il discorso dall’addio al Frosinone. “Quando Ernesto Salvini, storico direttore sportivo della squadra, è andato via, il nuovo (Guido Angelozzi, ndr) ha deciso di rompere il vecchio gruppo e di portare tutta gente nuova. Io ero da 13 anni al club e questa persona non ha mai approfondito il rapporto con me e non mi ha mai detto di dover andare via“. Motivo per il quale Gori ci rivela che un ritorno in giallazzurro in futuro appare ora impossibile, “anche se nel calcio non si sa mai cosa può accadere“. “Dopo l’addio al Frosinone – continua Gori – Decido allora di andare a Trieste perché cercavo una qualità di vita migliore, rifiutando proposte come quella del Catanzaro (che poi vinse il campionato 22/23 con 16 punti di vantaggio). A gennaio tanti giocatori iniziano a scappare, io avevo chiuso con un importante club di C ma alla fine decido di restare. Ci salviamo, l’anno dopo cambia la società con l’arrivo di alcuni americani, che prima mi comunicano di andar via e poi si ricredono, per poi ridirmi di dover trovare una nuova sistemazione. Purtroppo in alcune società di Serie C succedono queste cose, dove ci sono persone prestate al mestiere. Quando entra di mezzo il business si arriva a un’idea totalmente diversa dalla mia”.