Il libro che Claudia Fantini ha curato e scritto con perizia e amore, è una testimonianza storica che rimarrà viva nella mente e nell’animo dei lettori.
Certo, leggendo il racconto di Emilio Ciavarelli, ospite per cinque anni nel collegio lager, si rimane commossi fino alle lacrime; nonostante l’odio che rimane celato dalla sensibilità di Claudia, per le suore carnefici dei poveri ospiti bambini, il lettore rimane basito e rabbioso nella lettura delle terribili disavventure del piccolo Emilio e dei suoi amichetti.
Ma il testo si propone di andare oltre tali, più che giustificati, sentimenti: inizia infatti dal Tempo perduto della disperazione di Emilio, dell’infanzia negata e traviata, per giungere, attraverso il personaggio-perno della vicenda, la donna Angelo che determina il punto di svolta della storia: la signora Maria Vittoria Scrocchia, che “non voltandosi dall’altra parte” aiuta il povero recluso, gli dà una speranza, un amore che il protagonista non dimenticherà mai. Proprio su di lei Claudia Fantini poserà lo sguardo, assieme a Emilio, per una rinascita da quell’infanzia brutale e terrificante, vissuta dai bambini del collegio di Narni. Fantini ha acquistato, poco prima dell’uscita del volume, il terreno con la “Casetta” di Vittoria, per realizzarvi il suo sogno: un centro dell’economia della Gioia. Un tempo ritrovato, seppur cinquant’anni dopo, di infanzia riscattata, rivissuta nella pace che i bambini di Narni e non solo potranno realizzare.
Il testo affascina il lettore fin dalle prime battute: la splendida introduzione dell’autrice ci prende per mano affinchè il viaggio terribile abbia una guida rassicurante; con l’inizio del racconto di Emilio, diviso in paragrafi, con al termine di ognuno lo spazio alle testimonianze dei suoi compagni di sventura, che fanno da corollario prezioso al proseguo della narrazione, non c’è istante che il lettore abbia a disposizione per concedersi una pausa, un respiro, come quello negato alle povere vittime innocenti del collegio di Narni.
Il volume è davvero una perla testimoniale e storica da leggere e conservare con amore e rispetto.
Patrizio Minnucci
*in foto Claudia Fantini ed Emilio Ciavarelli