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Calcio – Frosinone, Di Francesco a SportMediaset: “Questa società ha grande potenziale”

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Il tecnico del Frosinone Eusebio Di Francesco ha parlato a SportMediaset dopo l’ottimo inizio di campionato della sua squadra: “Stiamo facendo veramente bene e dobbiamo ambire e migliorarci cercando di fare sempre più punti. Il primo obiettivo, visto l’organico, resta comunque la salvezza. E’ la nostra Champions. Al Frosinone ho trovato il contesto e le persone giuste con cui lavorare. Io mi ritrovo tantissimo in questo ambiente perché mi ricorda il mio primo Sassuolo. Questa società ha le potenzialità per diventare un’isola felice”.

Un primo bilancio dopo l’avvio di campionato?
“Dopo solo nove giornate è presto per fare un bilancio, ma sono soddisfatto di quello che sta esprimendo la squadra. Domenica avremmo preferito portare a casa un bel risultato, ma non ci siamo riusciti. Ad ogni modo la squadra ha dimostrato di essere in partita. Io guardo tanto la prestazione, ma contano anche i risultati alla fine”.

L’exploit di Soulé e la questione relativa alla scelta fra Argentine e Italia?
“E’ una scelta che deve fare il ragazzo. E’ talentuoso, argentino, ma ha anche passaporto italiano. Con lui non ho mai affrontato la questione perché deve sentirsi libero di scegliere insieme alla sua famiglia il suo percorso. Prima di pensare alla nazionale comunque deve pensare a dare continuità alle prestazioni nel club e cercare di essere concreto e segnare come nelle ultime giornate”.

Cosa pensa del caso scommesse?
“I calciatori coinvolti sono giovanissimi e tante situazioni sono già ben definite. Esprimersi in maniera netta è sbagliato. Questi ragazzi hanno commesso degli errori, l’importante è rimediare e far capire loro che hanno sbagliato. Da tantissimo tempo si sa che i giocatori non possono scommettere sul calcio, ma questi ragazzi non vanno messi alla gogna. In passato abbiamo assistito a situazioni più gravi con scommesse su partite truccate. Gli errori si pagano, perché così si cresce. Ma bisogna anche far capire che c’è differenza tra cercare di modificare i risultati e avere una malattia come la ludopatia, che è una malattia molto seria. Bisogna dare la giusta importanza a tutto, come sui social. A volte certe parole possono far male”.

Arrivare nell’élite del calcio, del resto, non è facile…
“La forza sta nel non seguire troppo tutto quello che sta intorno al calcio-. Chi resta ad alti livelli nel calcio riesce a farsi scivolare addosso le critiche, le difficoltà e gli insulti. Non tutti ci riescono e fanno fatica a emergere. Ciascuno esprime in campo e in panchina le proprie abitudini e il proprio vissuto. Dobbiamo essere bravi a gestire queste emozioni e questa adrenalina. Poi ogni gara ha una storia a sé, non c’è una partita uguale all’altra. La forza sta nel cercare di mantenere un equilibrio nella gara, una propria identità”.

Quali i suoi riferimenti personali in carriera?
“Da un punto di vista del gioco il mio primo riferimento da allenatore è stato Zeman. Dal punto di vista manageriale invece a ispirarmi è stato Fabio Capello alla Roma. Da ciascuno dei miei mister ho sempre cercato di rubare qualche insegnamento. Magari anche qualcosa che non avrei voluto da calciatore… Tra gli allenatori attuali è facile dire Guardiola. Poi mi piace De Zerbi. Mi piacciono le squadre che cercano di produrre gioco e fare il match. E credo che Roberto sia uno dei migliori interpreti di questa filosofia in questo momento”.

Come vede la corsa alla vetta in Serie A?
“In Serie A quelle davanti in classifica sono quelle giuste. La Juve non ha le Coppe ed è un vantaggio. Con le Coppe si arriva più logori alla fine. Detto questo, tra le squadre di vertice penso comunque che l’Inter abbia qualcosa in più rispetto alle altre. La Champions? Tra le italiane l’Inter sta avendo un ottimo cammino e credo che sia la squadra con la rosa migliore e più preparata per questa competizione, ma anche il Milan può togliersi delle soddisfazioni. Alla lunga le italiane riescono sempre a dare fastidio alle inglesi, alle spagnole e al Bayern”.