Partenza sprint, calcio veloce e propositivo e tanto tanto lavoro sul campo. Il Frosinone di Eusebio Di Francesco ha messo in mostra questi ingredienti nelle prime cinque giornate di campionato risultando, a braccetto con il Lecce, la squadra rivelazione della nuova stagione di serie A.
Chi pensa che sia un caso sporadico o una moda del momento è completamente fuori strada. Il Frosinone forgiato nel carattere e nel gioco dal mister Di Francesco è il frutto di un lavoro estivo meticoloso tra schemi tattici, lavoro atletico di alto livello e la riscoperta dei valori umani. Il famoso gruppo squadra. Emblematica in questo è stata l’immagine da poster del mister che al termine della partita stravinta contro l’Atalanta stringe i pugni, esulta e si abbraccia con tutti gli uomini del suo staff. La fine di un incubo durato tanto, troppo e passato per brutte esperienze in contesti magari poco adatti e poco inclini alla pazienza calcistica. In questo senso niente e nessuno potrà farmi cambiare idea sul fatto che nell’anno di Verona il subentrante Tudor nel conseguire quei buoni risultati, abbia sfruttato molto anche il lavoro atletico fatto nel ritiro estivo dal mister abruzzese.
La prima mossa vincente di quest’anno è stata affidare la fascia di capitano a Luca Mazzitelli che si è fatto da subito portavoce sul campo delle idee del nuovo mister, lui che a Sassuolo lo aveva avuto e aveva vissuto una grande esperienza calcistica culminata con la vittoria contro l’Athletic Bilbao nell’Europa League dell’annata 2015-2016. Una delle pagine più belle della storia del club neroverde e scritta dall’attuale mister del Frosinone Calcio.
Mazzitelli ha indicato la strada a Stefano Turati, che è stato il primo vero colpo del mercato del direttore Angelozzi. Un portiere giovane ma allo stesso tempo d’altri tempi. Sembra venire da un calcio che non esiste purtroppo più. Carismatico, istrionico, capo ultras, leader ed esplosivo tra i pali. Intorno a loro si stanno muovendo “soldati” come Romagnoli, Gelli e Baez e i giovanissimi argentini “juventini” Barrenechea e Soulè, tecnica e garra, qualità e voglia di emergere che sul campo si vede. Il campo parla e fa vedere due ragazzi di talento che sembrano già avere una esperienza infinita. I punti cardine sono rappresentati poi dal rientro in grande stile di un ex promessa che si era un pò spenta che è Riccardo Marchizza, rilanciato e tra i migliori in questo primo scorcio di partite e dall’acquisto più importante di questo calciomercato estivo per il reparto offensivo: Walid Cheddira. Il marocchino è uno di quegli attaccanti difficilissimi da marcare perchè lega il gioco, detta la profondità, è bravissimo nel gioco con i compagni e ha mostrato anche freddezza nei momenti topici come il rigore trasformato e l’assist finale a Lirola contro il Sassuolo. La sensazione è quella di essere davanti ad un piccolo gioiello che con il lavoro sul campo e gli schemi sempre più rodati possa esplodere da un momento all’altro.
Si muove come un’orchestra rodata in questo momento il Frosinone e non ha nessuna voglia di smettere di stupire: “mai perdere l’umiltà e la voglia di dimostrare. Mai cullarsi sugli allori”. Questo è quello che continua a ripetere Di Francesco che dietro alla sua rivincita personale rivede anche doti motivazionali per i suoi ragazzi che lo stanno seguendo alla lettera. Tutto quello che dice il mister è legge. Nel calcio poche cose sono certe come la capacità di farsi ascoltare e l’empatia che susseguentemente si crea nel gruppo. Nel Frosinone ora c’è tutto. Si è partiti da Fiuggi, si è passati correndo per il lago di Canterno e si è arrivati stupendo tutti al Benito Stirpe a fare calcio davanti a tanti tifosi mai visti così in fiducia. Quel calcio che poche volte si era visto qui così bello e futuristico.
Arriveranno momenti difficili, nessuno dice che non sarà così e questo accadrà inevitabile, ma… la base che si è creata in estate e poi in queste prime scintillanti giornate di campionato saranno un serbatoio da dove attingere quando i tempi si faranno complicati e ci sarà da battagliare per mantenere la categoria.
Il luna park non chiuderà, magari sarà meno esplosivo ma lotterà come un Leone. E si spera che le idee, il bel calcio e l’educazione a Frosinone trionferanno a maggio.
Articolo a cura di Massimo Papitto