Secondo uno studio sull’andamento demografico dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, l’associazione artigiani e piccole imprese: “negli ultimi dieci anni è sceso a quasi un milione il numero dei giovani tra i 15 e i 34 anni”. Di fatto, secondo Cgia si tratta di: “una crisi demografica che sta facendo sentire i suoi effetti e nei prossimi anni questa contrazione della fascia di età più produttiva della vita lavorativa che sta arrecando grosse difficoltà alle aziende italiane poiché faticano ad assumere personale, è destinata ad accentuarsi ulteriormente”.
Secondo Cgia, poi, la contrazione maggiore dei giovani è stata rivelata principalmente al Sud dove la popolazione più giovane è diminuita di 762.000 unità (15,1%). Segue il Centro con la perdita di 160.000 unità (6,6%) e in Nord dove la flessione è stata più esigua: -32.974 unità nel Nord-Ovest (-1%) e -11.777 unità nel Nord-Est (-0,5%).
Il Lazio, stando ai dati diramati da Cgia si trova all’11° posto in classifica e dal 2013 ad oggi, quando la popolazione giovane ammontava a 1.215.586, ha perso il 7% (-84.868) di giovani.
Nella classifica delle province, poi, quella di Frosinone è tra quelle che ha riscontrato più calo della popolazione 15-34 anni in Italia. Infatti, è l’ottava provincia che ha perso più giovani dal 2013 ed è passata da 115.754 unità a 102.414 nel 2019 e a 93.779 unità nel 2023, perdendo 21.975 unità in 10 anni (-19%).
Che fare secondo Cgia? “Appare evidente che per almeno i prossimi 15-20 anni dovremo ricorrere stabilmente anche all’impiego degli extracomunitari. In che modo? Per legge, a nostro avviso, dovremmo stabilire che il permesso di soggiorno, a eccezione di ha i requisiti per ottenere la protezione internazionale e di chi entra con già in mano un contratto di lavoro, andrebbe accordato a chi si rende disponibile a sottoscrivere un patto sociale con il nostro Paese”.
Qui il rapporto completo di Cgia: https://www.cgiamestre.com/wp-content/uploads/2023/09/okGiovani-e-lavoro-02.09.2023-005.pdf
Elisa Rossi