Il direttore sportivo del Frosinone Guido Angelozzi ha parlato a RadioRadio soffermandosi sull’attualità del club ciociaro e toccando i temi principali legati alla Serie A:
Al momento il Frosinone è la squadra che nel Lazio ha totalizzato più punti, anche sopra alla Roma e alla Lazio…
“Sinceramente non me l’aspettavo perché la squadra è stata costruita non dall’inizio, ma è stata costruita piano piano, insomma, sono arrivati i giocatori l’ultima settimana, dopo che già avevamo fatto due partite. Devo dire che il nostro allenatore è stato molto bravo dall’inizio anche senza giocatori a dare la giusta mentalità a questa squadra”.
L’obiettivo non dichiarato è quello di arrivare sopra Roma e Lazio?
“Sorrido perché Lazio e Roma sono squadre fortissime. Il mio augurio è quello di trovarmi a fine campionato e essere quartultimo, questo è il mio augurio. Noi vediamo i grandi club dal basso, però essendo una piccola realtà cerchiamo di di metterci tanto impegno, tanto lavoro per cerchiamo di ottenere la salvezza”.
Però dalle grandi squadre sono arrivati dei giocatori, segno che comunque il Frosinone ha anche grande considerazione da parte dei grandi club…
“Sì, ha tanta considerazione dei grandi club perché negli ultimi anni abbiamo cercato di fare un calcio propositivo, un calcio sostenibile, un calcio dove la prima cosa è avere dei giovani da valorizzare. I grandi club magari sanno che se mandano qualche giocatore da noi siamo in grado di curarli bene, di prepararli per fare il salto di qualità, non solo la Juve e il Real Madrid. Abbiamo preso dei giocatori dall’Atalanta, dal Sassuolo e dei giocatori del Bayern di Monaco.
Abbiamo due ragazzi, uno di proprietà nostra, Marvin Cuni e l’altro è un diritto di riscatto – Arijon Ibrahimović – per cui sinceramente siamo orgogliosi che queste società ci danno questa credibilità”.
Lei che fa mercato, si dice che Walter Sabatini impieghi tre minuti per notare un giovane valido, mentre tanti direttori prima vanno sulle statistiche: lei fa un mix? Che percentuale vede tra istinto e computer?
“Quando vedo un giocatore mi confronto con i miei scout. Io ho lavorato assieme a Walter, lo stimo molto, c’è una grande amicizia, abbiamo lavorato a Perugia insieme ed è un intenditore di calcio come pochi. Lui ha molto istinto, io sono uno non dico come Walter, però mi piace il mio istinto.
Quando vedo un giocatore subito lo vado a prendere. Le statistiche le vedo poco. A quello pensano i miei collaboratori”.
Quindi si ispira un po’ a Sabatini?
“Sì, è un modello. Io sono della vecchia guardia perché ho 68 anni ed è tanto tempo che faccio questo lavoro, Walter ha qualche anno più di me, ma io ispiro anche a un direttore che mi è sempre piaciuto come Ariedo Braida, che ha 75 anni e tuttora sta nel calcio. Certe volte mi confido molto con lui, mi confronto, lui mi piace molto”.
Come nasce l’idea di portare a Frosinone Eusebio Di Francesco?
“La scelta è caduta lì perché noi prima avevamo Fabio Grosso, che ringrazierò sempre perché in due anni e mezzo ci ha fatto vivere questo sogno, ma quando è andato via subito mi è venuto in mente Eusebio perché è un allenatore propositivo che cerca sempre di affrontare le partite con coraggio, con organizzazione. Poi io ho lavorato con lui quando siamo andati col Sassuolo in Europa League, l’ho avuto pure come giocatore a Perugia con Walter Sabatini. C’è un rapporto sì di amicizia e stima, ma principalmente per me è un allenatore che veramente non c’entra niente con il Frosinone, lo dico col massimo rispetto per il Frosinone che non finisco di ringraziare”.