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Da Porciano (Ferentino) a Firenze, il Premio Birraio dell’Anno Emergente 2022 va a Mirko Giorgi e Gianluigi Paolone di SHIRE Brewing

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Era il 2017 quando cinque ragazzi decisero di sperimentare insieme l’arte dell’homebrewing realizzando un vero e proprio laboratorio artigianale: “Castrum Porciani Brewing”. La cornice è quella del suggestivo borgo di Porciano, la piccola frazione del Comune di Ferentino che conta circa 200 anime. È proprio in questa dimensione quasi fiabesca che nasce l’ispirazione di SHIRE Brewing: una stradina curvosa che accoglie con i suoi cipressi, il verde dei campi, il piccolo borgo, il bosco, i ruderi del castello, la suggestiva vista sulla Valle del Sacco e lo spettacolo dei Monti Ernici che si specchiano nel Lago di Canterno.

Nel 2020 si intensificano le sperimentazioni casalinghe e nel 2021 due dei cinque ragazzi decidono di trasformare la passione per la birra artigianale in qualcosa di più. Mirko Giorgi (25 anni) e Gianluigi Paolone (36 anni), infatti, ottengono l’importante convocazione del Birrificio Oxiana di Pomezia dove prende vita il brand SHIRE Brewing.

È proprio da qui che nascono i primi importanti riconoscimenti del loro percorso birraio dalla filosofia old school delle produzioni anglosassoni, germaniche e americane: la partecipazione all’EurHop Beer Festival di Roma nello scorso ottobre 2022 e, soprattutto, la recente vittoria del Premio Birraio dell’anno Emergente 2022 che si è tenuto come ogni anno al Teatro Tuscany Hall di Firenze lo scorso 15 gennaio 2023.

Abbiamo parlato dell’importanza del Premio, ma anche della filosofia di SHIRE Brewing con il vincitore Mirko Giorgi.

In cosa consiste il Premio Birraio dell’Anno, da chi viene indetto e che eco ha a livello nazionale?

“Il premio è giunto alla sua quattordicesima edizione, ha un forte eco nazionale ma viene riconosciuto anche a livello internazionale. Si tratta di un premio unico, una sorta di “Pallone d’oro” della birra: così viene definito. È indetto da Fermento Birra, la più grande comunità italiana che crea approfondimenti online, la rivista bimestrale Fermento Birra Magazine, libri, eventi e formazione sulla birra. Con questo premio non si premia il birrificio, ma il birraio stesso. Io, insieme al mio socio Gianluigi Paolone, sono rientrato nella sezione del premio dedicato ai birrai emergenti e, cioè, che praticano questa attività da due anni.
A differenza dei classici riconoscimenti, questo non valuta la bontà di una birra ma la bravura tecnica del birraio, la sua filosofia, la presentazione del prodotto (grafica e comunicazione), la distribuzione sul territorio nazionale e la sua costanza qualitativa nell’arco dell’intero anno.
Nello specifico, il Premio Birraio Emergente vede cinque candidati finali che vengono selezionati da circa 100 esperti tra giornalisti, degustatori, publican, giudici e operatori del settore in un contesto di circa 1600 birrifici (il totale di quelli italiani). Non è necessaria nessuna iscrizione, perché tutti i birrifici e i birrai possono essere quotabili a ricevere questo riconoscimento. Per quanto riguarda il Premio Birraio dell’Anno, invece, i finalisti sono 20 e noi, quindi, l’anno prossimo potremmo concorrere perché saranno 3 anni dalla nostra attività.
I criteri di selezione per il Premio Birraio Emergente dell’anno e per il Premio Birraio dell’anno prevedono che i birrai producano in Italia e che non realizzino birre per conto di terzi. In entrambi i casi il vincitore viene individuato dopo due votazioni da parte dei giudici: la prima decreta i finalisti e la seconda il vincitore”.

Uno dei criteri di selezione è la filosofia che si cela dietro la produzione. Qual è quella di Shire Brewing?

“Noi, sin da quando abbiamo iniziato due anni fa, abbiamo sempre prodotto delle birre contrarie al mercato. In un mondo di IPA e di bionde tedesche abbiamo deciso di realizzare stili inglesi databili tra il 1.800 e il 1.900. Nel tempo siamo arrivati ad un numero totale di 15 birre prodotte e tra queste solo 1 è un’IPA.
Insieme a Gianluigi siamo convinti di aver dato una piccola rivoluzione all’interno del settore poiché stanno cominciando ad apparire sul mercato anche altri birrifici che hanno riscoperto gli stili che noi abbiamo lanciato due anni fa. Nel piccolo, la soddisfazione più grande è stato proprio l’essere riusciti a dare una scossa al mercato”.

Raccontaci di più di questi stili Ottocento/Novecenteschi

“Su 15 birre le 3 birre bandiera con cui abbiamo iniziato sono le Flagship. Si tratta, appunto, di stili inglesi che andavano molto in quel periodo. In particolare, 1 era in voga durante le 2 Guerre Mondiali perché prodotta con ingredienti più poveri dato il momento di forte crisi e la conseguente carenza di materie prime. Si tratta di birre di 3 gradi e anche questo richiama molto quel periodo. Infatti, in Inghilterra era stata indetta una legge che proibiva ai birrifici di produrre birre con una gradazione maggiore di 3 perché tutti i cereali, tra cui l’orzo, dovevano essere necessariamente impiegati in produzioni di prima necessità. Nel periodo del dopoguerra questa tipologia di birra è quasi completamente scomparsa dal mercato. Non dico che in Italia non venisse più prodotta, però prima di noi erano davvero pochi i birrifici che la producevano. Mi sento di paragonare questa riscoperta a quella che negli ultimi anni sta avendo la cucina povera”.

Dopo questo primo importante riconoscimento quali sono gli obiettivi futuri di SHIRE Brewing?

“Quando nel 2017 abbiamo iniziato per diletto la produzione di birra artigianale ho capito subito che avrei voluto diventasse la mia professione. Avere dei riconoscimenti era tra gli obiettivi, ma devo dire che essere riusciti ad ottenere quello di Birraio dell’Anno Emergente dopo solo due anni di attività professionale vera e propria è una soddisfazione che non ha prezzo. È davvero il frutto di un grande lavoro che parte da libri e blog divorati, che passa dalla mia partecipazione al corso intensivo di Brewing and Brewery Operations presso la Kwantlen Polytechnic University di Vancouver (Canada) e che arriva ad oggi.
Tra gli obiettivi futuri c’è sicuramente quello di realizzare un birrificio nella nostra zona ed una Tap Room, ovvero un’attività di vendita e consumo sul posto annessa al birrificio. Ma anche la realizzazione di un festival che includa i nostri meravigliosi borghi, magari collegandolo a temi specifici che richiamano ogni anno tanti visitatori in altri luoghi del Paese. Esempi possono essere il Romics oppure festival collegati alle grandi saghe come Il Signore degli Anelli o Games of Thrones”.
Si, uno degli obiettivi è proprio quello di realizzare qualcosa che dia riconoscimento alla nostra zona ancora troppo sottovalutata. Non a caso, le nostre grafiche rimandano molto al nostro territorio”.

A chi dedichi la vittoria del Premio Birraio Emergente 2022, chi merita un ringraziamento speciale?

“Ovviamente al mio socio Gianluigi Paolone che oltre ad aver vinto insieme a me il premio è sempre stata la spalla di questo percorso in cui entrambi abbiamo creduto fermamente e in cui continuiamo a credere. Ma anche allo splendido lavoro di graphic designer di Anna Laura Di Pede. Senza le sue splendide grafiche non avremmo avuto modo di rispondere al criterio di presentazione del brand richiesto per la selezione. Molti sono i complimenti che riceviamo anche in questo senso, ogni nostra lattina grazie a lei riesce a trasmettere l’anima della nostra produzione”.

Per conoscere tutte le birre di SHIRE Brewing: https://www.shirebrewing.it/

Elisa Rossi