Quando parliamo del Festival Internazionale del Folklore, parliamo di Flavio Fiorletta. Sor Flavio, per gli amici alatrensi. Quando parliamo di Flavio Fiorletta non possiamo non ricordare un uomo dalle tante passioni.
Amava la musica, suonava il pianoforte da autodidatta, amava l’arte, il disegno, la pittura. La sua era un’autentica predisposizione al bello, indice di una forte sensibilità verso gli altri.
Amava il suo paese e voleva vederlo sempre vestito a festa, al centro dell’attenzione in ogni suo aspetto. Lavorava a Frosinone, ma non vedeva l’ora di andare in pensione perché gli mancava il tempo per fare quello che aveva in mente per la sua Città. Un’inventiva eccezionale che toccava moltissimi aspetti. Cercava sempre la novità, qualcosa che ponesse Alatri al centro dell’attenzione, non solo degli abitanti, ma che avesse risonanza al di fuori delle mura.
Arrivava dove voleva pur di raggiungere lo scopo, un esempio? Quando il gruppo folkloristico di Alatri.
andò in Portogallo, mancavano fondi per fare una sosta a Fatima, con il gruppo vicino a Lisbona. Ebbene, lui scrisse a re Umberto, che era in esilio a Cascais, chiedendo un contributo per raggiungere in treno Fatima. E lo ottenne tramite la segreteria reale!
Grande organizzatore, meticoloso, curava tutto nei minimi particolari. Quando gli artisti venivano a ritirare le tele da dipingere per le estemporanee non faceva mai mancare un bel cesto di ciambelle, quelle attorcigliate con l’anice, un omaggio per tutti loro. L’ospitalità prima di tutto, di chi sa che l’accoglienza invita sempre a tornare.
I fiori che faceva piantare nei giardini dovevano venire dall’Olanda, i più belli.
In casa circolavano cataloghi per la scelta che doveva fare. Alatri meritava il meglio!
La sua attenzione era rivolta principalmente ai giovani. Alle nuove leve. Giovani che apprezzavano i suoi insegnamenti e che, con estremo fervore, gradivano essere coinvolti in tantissime iniziative.
Tanto ancora ci sarebbe da raccontare su Flavio Fiorletta, potremmo riempire pagine e pagine. Per ora godiamoci il suo Festival Internazionale del Folckore con il logo da lui creato e lasciatoci, sperando che questa edizione possa rendergli degno omaggio.
Grazie a sua figlia Anna Maria per aver condiviso alcuni dei suoi ricordi.