Centrare appieno l’obiettivo della relazione tra codici artistici diversi; note e parole che si evocano le une con le altre, si rispecchiano e si fondono in un ‘caos’ incessante intriso di puro genio. Il Maestro Mauro Bottini, ideatore e direttore artistico della nota kermesse ‘ciclopica’ AlatriJazz non l’avrebbe voluta in nessun altro modo. E così sarà, Jazz e letteratura: il possibile intreccio tra un linguaggio sonoro fortemente connotato dall’improvvisazione e parola scritta, proposti attraverso una dimensione corale e performativa. La presentiamo così, provando a scrollarci da una spalla l’amore del fan e dall’altra la severità del critico: dal 5 al 7 agosto ad Alatri torna semplicemente qualcosa di bello. Un’altra tappa di una strada che il Maestro Bottini sta percorrendo da anni seguendo quei suoni dell’anima e che nelle tre serate d’estate aleggeranno tra Piazza Santa Maria Maggiore e il chiostro di San Francesco. Un ‘vizio’ in chiave di sol che l’audacia e la passione di chi ci ha messo il cuore, hanno di fatto scongiurato che l’ormai leggendaria kermesse non diventasse un’altra vittima illustre del Covid. Note che chiamano parole, parole e ritmi dallo sguardo chiaro che scorrono per le vene e suscitano ardori quasi furiosi ai quali non si può resistere. Mauro Bottini è nato alla musica con l’armonia perfetta e complessa di un’orchestra. Un amore a prima vista che ha allargato le sue braccia oltre le sue stesse convinzioni di musicista affamato. Amore chiama amore, Jazz chiama sentimento e cultura per affacciarsi ad un mondo aperto e magnifico. Un sogno perfetto che si trova lì, ad Alatri, e sfocia torrenziale verso altri confini. Sotto il segno sonoro espressionistico, questa musica suonerà ancora a lungo. Per il programma completo basta consultare la locandina o semplicemente venire ad Alatri e farlo improvvisando: come si fa quando di mezzo c’è il jazz.
Monia Lauroni
