Più il tempo scorre più viviamo i nostri luoghi a braccia conserte. Ci chiediamo al massimo com’è possibile che ieri era una bella giornata e oggi si è alzato il vento, che ieri le cose stavano in un modo e oggi in un altro. I nostri sguardi sono persi tra le grandi architetture, nei campanili alti che sfiorano Dio in cielo, nella strada che si fa sempre più malconcia. Mai un’attenzione pacata alle piccole cose, mai lo sguardo intorno, ci fissiamo a guardare il paesaggio da un’altezza che è quasi un volo.
Ma le cose per loro natura ben si prestano ad essere ignorate e non si offendano e continuano a stare lì, ad osservarci senza rancore, a riconoscerci. Al turista non troppo distratto che si attarda per le strade ed i vicoli di Veroli, non può sfuggire il profondo senso religioso che anima gli abitanti di questa parte di Ciociaria. Le numerose chiese concentrate su un lembo di terra i salita e in discesa, i numerosi tempietti ed edicole votive di antica o più recente data, stanno a testimoniare l’essenza di una fede del singolo e della collettività. Una devozionalità che affonda la sua genesi in tempi antichissimi. Al di là di ogni possibile lettura ed interpretazione, questi ‘templi’ sono un vero signum e sono state realizzate, lette e vissute appunte come ‘segno’ e non come immagine. Ve n’è una, in particolare, che racconta una storia, una di quelle che tutti i giorni ci si passa accanto distratti, ‘incollata’ ad uno dei muri che perimetrano la bella Piazza Mazzoli.
Quell’immagine della Madonna del Buon Consiglio, da cui il nome della storica farmacia centrale del paese ed oggi uno dei locali più chic del centro storico, ha tanto da raccontare. Qualcosa al di là di un piccolo abbellimento, ma momenti, colori, suoni, voci e sentimenti. Era il 12 giugno 1948, Veroli era avvolta da una leggera pioggia. Così narrano le cronache dell’epoca. Su un automezzo addobbato di parati e ornato di luci e fiori stava per fare il suo ingresso la dolce effige della Madonna del Buon Consiglio proveniente da Genzano. Nei pressi del convento dei Cappuccini, una moltitudine di gente era in attesa del corteo che, per la strada di Collepardo e passando per Alatri, accompagnato dall’allora Vescovo ernico Emilio Baroncelli, sarebbe presto giunto in città.
Appena la Celeste Pellegrina si intravide da lontano, i fedeli innalzarono canti e preghiere; il Padre Guardiano dei Cappuccini porse il benvenuto ed il corteo si diresse verso la Cattedrale di Sant’Andrea Apostolo. La lunghissima fila di devoti si moltiplicava e spiccavano dalla lunga scia i seminaristi in cotta bianca e le numerose Figlie di Maria, lo stesso in abito bianco. Dalle finestre di tutte le case e dai balconi pendevano drappi, arazzi, striscioni colorati. Si levavano al cielo le note solenni della banda musicale accavallate da spari di bombe carta. Uno spettacolo straordinariamente emozionante scosse la folla ammassata ai margini delle strade. Una pioggia di fiori accolse la Madre Celeste.
La piazza, straripante di fedeli, fece fatica ad accogliere l’automezzo. Dinanzi a quella sacra immagine presero parola il sindaco ed il vescovo e si entrò in chiesa. Molti sacerdoti secolari e regolari, anche lo stesso vescovo, ascoltarono le confessioni di migliaia di persone che si affollarono per giungere “puri” e degni alla messa notturna che si celebrò in un’atmosfera di altissimo coinvolgimento. Per quarantotto ore l’immagine della Madonna restò in Cattedrale e mai, neanche un minuto venne lasciata sola. Ondate di pellegrini a qualunque ora si recarono a renderle omaggio e implorare grazie. Il Dottor Camillo Morganti, all’epoca presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Frosinone e titolare della farmacia della piazza principale di Veroli, restò talmente rapito da quella visita, che fece consacrare la sua farmacia alla Madonna del Buon Consiglio ed a perenne ricordo di quella particolare e toccante Peregrinatio Marie nella città di Veroli commissionò una graziosa edicola con l’effige della Madonna, che venne benedetta in nome di Maria prima della ripartenza della sacra immagine della Madonna pellegrina.
Così come vi era giunta, la Madre “Refugium Peccatorum” si allontanò da Veroli la sera del 14 giugno, seguita da un corteo di migliaia di fedeli in preghiera, tra canti, lacrime e pentimenti. Resta ancora oggi, grazie a quell’edicola votiva, il ricordo di quel 12 giugno del 1948. Viviamo tutti alla luce del giorno e non ci manca niente, ma non sappiamo chi siamo. Non guardiamo, non ci chiediamo ‘perchè’. Non come le persone di un tempo, che nel buio delle loro menti semplici capivano ogni cosa.
Monia Lauroni
Fonte storica: professor Marcello Stirpe;
Foto cover: gruppo pubblico ‘Forse non tutti sanno che…’