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Alatri – Ripiano del maggior disavanzo: l’Amministrazione Comunale fa chiarezza sul provvedimento approvato

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È il caso di fare chiarezza sul provvedimento approvato in Consiglio Comunale riguardo il ripiano del maggior disavanzo da riaccertamento straordinario dei residui.

Si è trattato di un atto dovuto, conseguente alla entrata in vigore delle nuove disposizioni normative in materia di armonizzazione contabile degli Enti Pubblici – DM 2/4/2015.

In base a queste disposizioni, tutti i Comuni hanno dovuto compiere una approfondita analisi dei residui attivi e passivi, analisi che nel nostro caso arriva fino al 1997. Questa operazione va sotto il nome di riaccertamento straordinario dei residui. C’è da sottolineare che l’avanzo netto di amministrazione del 2014 è positivo per 1.276.844,58 di euro. Questo è il risultato di questa Amministrazione. Risultato che tale sarebbe rimasto se non si fosse dovuto inserire nel conto i circa 10.500.00 di euro di crediti di dubbia esigibilità o accantonamenti obbligatori per contenziosi.

 E’ bene per chiarezza che Tutti sappiano la composizione di questi 10 milioni, almeno per le somme più ingenti: la prima in ordine di grandezza per circa 7.800.000 è Equitalia e sono mancati incassi da parte di Equitalia derivati dal mancato recupero di imposte Comunali e servizi non pagati; l’altro è l’accantonamento di poco meno di 2.000.000 per il contenzioso con la società Gaia e altri capitali per i vari contenziosi attivati in passato con imprese e dipendenti comunali, cifre che sarebbero state ben più alte se questa amministrazione non avesse provveduto ad attivare forme transattive vantaggiose per l’Ente.

Ora risulta evidente, ma forse è il caso di chiarire, che nell’uno e nell’altro caso, le responsabilità possono essere ricondotte a diversi attori – dalla parte politica a quella tecnica del Comune – ma certo non è stata questa Amministrazione ad attivare il contenzioso con Gaia, o ad essere portata in tribunale da dipendenti mobbizzati o ancora a lasciare colpevolmente alla deriva il rapporto con Equitalia. Da questo punto di vista abbiamo cercato in questi anni di fare del nostro meglio, risolvendo ove possibile i contenziosi e diffidando più volte Equitalia. Ma si tratta di procedure lunghe che coinvolgono apparati dello stato diversi dal comune e che hanno tempi forse maggiori di una consiliatura. Se non si fosse attuata una politica accorta negli ultimi 4 anni, molto probabilmente i 9.000.000 di euro sarebbero stati il doppio o il triplo, come nel caso del Comune di Frosinone.

Certo è che il dato secco del ripianamento di circa 300.000 EURO l’anno, non è uno di quei trofei da esporre nel salotto buono e dimostra soprattutto la vulnerabilità di un sistema, quello pubblico che, aldilà della politica, cerca faticosamente di allinearsi alle modalità gestionali e contabili, imposte dall’Europa. In sintesi ultima, la ratio, del provvedimento normativo, che obbliga i Comuni alla cancellazione dei residui, mostra un nervo scoperto della contabilità pubblica, ma sicuramente va verso la normalizzazione e razionalizzazione della stessa, in virtù di una sempre maggiore omogeneità, veridicità e trasparenza dei bilanci degli enti pubblici.

 E’ per questo che, in fase di consuntivo abbiamo parlato a ragione, di un Ente “risanato” in effetti, l’operazione appena conclusa e che ha determinato un appostamento di bilancio di 300.000 euro per trenta anni, è senza dubbio un’operazione virtuosa: infatti, non esisteranno più quelle voci di bilancio, diciamo così, di dubbio accertamento, che erano troppo spesso alla base di ardite quadrature dei conti pubblici. Tutto ciò, in ultima analisi, contribuisce, pur se con le dovute proporzioni, nello spirito della legge, al risanamento e armonizzazione del Settore Pubblico Italiano. È un sacrificio chiesto dallo Stato, al quale abbiamo aderito perché, come sempre, il rispetto della legge è un obbligo di chiunque voglia amministrare.