HOMEPAGE CULTURA Alatri e la lotta per le investiture

Alatri e la lotta per le investiture

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Gli abitanti della nostra città si trovavano letteralmente circondati da gruppi organizzati di potere. D’altra parte nell’intera penisola i conflitti per assumere il potere e i diritti di investitura di vescovi e valvassori sono all’ordine del giorno. Gli imperatori della metà dell’XI secolo si trovano in continuo conflitto con la Chiesa, pretendono di eleggere i papi che, a loro volta, impongono il loro diritto alla consacrazione degli imperatori e dei re, e anche dei marchesi e dei conti.

I vescovi e gli abati diventano conti, i conti diventano vescovi e cardinali. L’eco di tali vicissitudini si risente ad Alatri, dove ai minores e ai villani vengono imposti sfruttamento e servitù coatta.

Gli imperatori minacciano il clero tutto, aggrediscono fisicamente il papa e talvolta lo gettano in catene dentro galere. Il papa, a sua volta, appena libero scomunica a rotta di collo re e imperatori e quando gli gira storto anche cardinali e vescovi. Ad Alatri gli unici che si salvano sono i poveri cristi. Scomunicarli significherebbe accorgersi di loro! Al tempo di Enrico III ed Enrico IV (dal 1039 al 1105), ci troviamo con due papi e prima, con Ottone III (imperatore dal 996 al 1002), addirittura i papi sono tre, ma tanto per gradire quasi ogni città, compresa Alatri, ha un vescovado vacante e un consiglio interdetto. L’unica istituzione che funziona imperterrita è la forca.

In questo bailamme, come abbiamo accennato, nella nostra città gli umili populares si ritrovano vessati e battuti come animali finché, a un certo punto, non cominciano a prendere coscienza e a ribellarsi. Le sommosse, le rivolte e i tumulti si susseguono nell’ XI secolo con violenza inaudita.

Esplodono rivolte organizzate da movimenti ereticali contro lo strapotere dei milites e dei possessores feudali, che ad Alatri esercitavano insieme ai grandi chierici una spudorata simonia, e in particolare contro il grasso clero che oltretutto si teneva mogli e amanti facendone pure sfoggio.

Questa indignazione, invero moralistica, era in parte pretestuosa; oltre la moralità, i movimenti ereticali attaccavano l’arraffo dei potenti e il loro fare e disfare regole e leggi a proprio esclusivo vantaggio. Questo ci fa pensare a quel che accade ancora oggi, il medioevo spesso è specchio della quotidianità del nostro tempo.

Patrizio Minnucci