Benito Mussolini assunse la direzione dell’organo di stampa del partito socialista “l’Avanti!” il 10 dicembre del 1912. Sotto la sua direzione la tiratura del giornale balzò dalle ventottomila copie iniziali a quota centomila. Aprì le colonne dell’Avanti ai rivoluzionari e ai sindacalisti, a personaggi di grande cultura come Labriola e Salvemini, sensibile come era alla revisione teorica del socialismo in chiave rivoluzionaria.
Il rinnovamento teorico non poteva andare disgiunto da un’azione concreta, e difatti, al cospetto degli eccidi di Roccagorga, un’antichissima località della Ciociaria in provincia di Latina, esplose con violenza il suo odio contro il governo.
Il 6 gennaio del 1913 la polizia, fronteggiando uno sciopero dei braccianti nelle campagne ciociare, aveva brutalmente ucciso sette contadini. Il giorno successivo Mussolini pubblicò un articolo furente dal titolo “Assassinio di Stato”. Ne seguirono altri con titolazioni sempre più dure a tutta pagina: “La politica della strage”, chiamando Giolitti “ministro omicidiario”. I parenti delle vittime di Roccagorga furono presenti al processo cui venne sottoposto Mussolini per le sue veementi accuse al governo, e furono visti così da occhi pietosi: “Tre donne dal volto chiuso e triste, di età indefinibile, alcuni uomini giovani dall’aria smarrita, vestiti da pastori, con le ciocie ai piedi, i capelli ricci e cadenti sul collo, lo sguardo atono: vera gente della gleba”.
Patrizio Minnucci