Lo storico e patriota cattolico Cesare Balbo (1789-1853) ha scritto nel 1846 il fondamentale testo “Sommario della storia d’Italia”, libro da poco riscoperto anche dal grosso pubblico.
Balbo nell’opera tracciava un filo rosso tra il Settecento riformista e il cattolicesimo liberale del Risorgimento partendo dai Pelasgi. La doppia discesa di questo popolo dalla Grecia in Italia nel 1600 a.C., da nord attraverso i Balcani per arrivare fino in Ciociaria, e per mare circumnavigando la Sicilia e giungere a Terracina, è descritta con scrupoloso metodo storiografico. Le imponenti fortificazioni pelasgiche per difendersi dagli “Itali e dagli Etruschi” sono tipiche di un popolo, oltre che guerriero, depositario di un profondo misticismo teologico e cosmologico. Il “Sommario” del Balbo dà una profonda spinta di veridicità storica agli studi sviluppati dai ricercatori del secolo scorso come il De Cara, il Capone e il Magli, sì da riuscire a raccontare un “passato possibile” che ad un’attenta lettura risulta più che probabile. Con la sua impronta cattolica e moderata Cesare Balbo si colloca nella corrente neoguelfa, per rilanciare la concezione della continuità culturale religiosa dai primordi al Papato, anche come supporto storico alle forze moderate del Risorgimento. Infatti nella polemica ottocentesca tra storiografia neoguelfa e storiografia neoghibellina il Settecento entrava con le sue idee e i suoi personaggi nella diatriba storico-politica anche quando si affrontava il problema della funzione dei popoli pre-romani; ed ecco le opere del Cattaneo, la rivalutazione del Vico e le opere del Manzoni che consegnavano alla storiografia neoguelfa e al pensiero moderato una sottile critica alla cultura illuministica, riportando un problema, che era stato al centro della lotta dell’Illuminismo contro la religione e le istituzioni, nella sfera morale del rapporto privato tra individuo e Provvidenza.
Patrizio Minnucci