Delirio di persone alla Villa Comunale in occasione della prima data del tour “Corde 2015” di Alessandro Mannarino.
Fin dalle prime ore del pomeriggio i fan sono accorsi a Frosinone per ascoltare le note del loro beniamino e sono stati ampiamente ripagati da una serata che difficilmente dimenticheranno.
L’artista ha spaziato su tutto il repertorio delle sue canzoni più famose con un occhio di riguardo però per il suo ultimo album sul quale è incentrato anche il tour estivo.
Balli, canti e urla a squarciagola per una serata eccezionale.
“Sono cresciuto con De André, nelle canzoni è vero, c’è un velo di tristezza ma anche il senso del riscatto, il valore dell’essere umano, la certezza di una possibilità di vita diversa da questa”.
Esordisce così il cantautore romano descrivendo la sua musica e rivendicando con forza le sue origini: “”Sono cresciuto a San Basilio, ho studiato al liceo classico, poi mi sono laureato in Lettere, Antropologia. La cultura mi ha aiutato tantissimo a uscire dal ghetto”.
Nelle sue canzoni si riesce a trovare un velo di tristezza ma soprattutto tanta rabbia che poi lui riesce a trasmettere al suo pubblico in maniera eccezionale: “Le mie canzoni trasmettono la rabbia di chi vede che le cose girano al contrario e alla gente piace la canzone “dialettale” perché è il linguaggio del popolo che cerca il riscatto contro i “potenti”.
C’è spazio anche per un Mannarino “romantico” e che dice la sua sull’amore: “L’amore, quello vero, anarchico, è l’unica salvezza. Sovverte la mediocrità, gli innamorati possono fare la rivoluzione, se non hai un amore libero e forte non troverai mai la forza di fare niente”.
La rivoluzione a Frosinone per una sera è riuscita a farla lui, cantando come sempre per il popolo.
Massimo Papitto