Aveva lottato per la Signora con la bilancia, quella che lenisce un istante ma non cancella il dolore, oggi ha trovato quella con la falce. La vita di Lucia Pica, mamma di Emanuele Morganti finisce qui. Era già finita da un pezzo, condensata nel lasso di tempo che separò l’ultimo saluto da Emanuele all’estenuante lotta per avere giustizia. La vita e la morte stanno tutte qui: fra la speranza di trovare pace e la consapevolezza che la vita di una madre alla quale ammazzano un figlio, pace lo diventa solo quando cessa. Un epilogo più carnefice della stessa malattia che ha strappato mamma Lucia dal suo inferno terreno. Carnefice come i calci e le mazzate che lasciarono Emanuele sull’asfalto a morire. Lucia la sua lotta l’ha vinta ed ha avuto giustizia per quel figlio, ma non l’ha avuta per se stessa. Si muore sempre due volte e la terra quando ha già ricoperto tuo figlio, lieve non lo sarà mai. Oggi tutta la comunità di Alatri è entrata in un fragile scorcio del tempo passato che sopravvive appeso ad un dolore sottile. Nulla come il cielo cupo di lutto accende l’inquietudine e dispone al sospetto che la vita è solo fragilità e ingiustizia, povera di speranza e irta di dolore. E’ difficile conciliarsi con questa determinazione. Ciò che si può fare è dare dignità a questo decesso, per chi va e per chi resta. Un saluto a questa madre, che possa un dio, uno qualsiasi, almeno ora silenziosamente trovarle pace.
Monia Lauroni