Dillo con un fiore. E Veroli lo ha detto così. Che la primavera è esplosa, con tutti i suoi colori e la sua voglia di rinascita. Fin dagli albori della civiltà gli spazi verdi con i suoi alberi e i suoi fiori hanno iniettato in tutte le arti straordinarie simbologie. L’accoglienza è un’arte. E lo è anche il decoro ed il compiacimento dei propri cittadini. Lo sanno bene i Signori del Palazzo Comunale, lo sa bene l’Assessorato al Decoro e Arredo urbano, sanno bene che anche attraverso una corolla, una foglia, un movimento di uno stelo possono rendere un paese, già di per sé romanzesco, imperituro.
Un progetto dettagliato, uno sguardo fugace, come il soffio di vento sul polline di un fiore sono stati linfa per “riorganizzare” un luogo speciale. E così alcune aree e punti iconici della perla ernica hanno iniziato a cambiare “mise”. E qui la chiave fra prosa e poesia. Giungere a Veroli, vivere Veroli e sorridere con gli occhi socchiusi all’incantamento che ci aveva estraniato dal mondo turistico, dalla nostra stessa vita e guardare nel fitto del nostro iniziale respiro artistico, culturale, storico ed umano. Quando l’ Eden si umanizzò, diventò uno scenario di vita terrena, si trasformò in un thopos dove il pensiero di ognuno potesse andare ad un ambiente sereno e ideale, luogo di armonia e di felicità, un riparo dalle avversità della vita.
Boccaccio da questa idea scrisse il Decamerone; lo spazio verde come celebrazione del bello se mai inutile, ma utile all’anima, alla freschezza della vita. Un’ “oasi” che permettesse la selezione e la rimozione del brutto della vita. Immagine questa che la si ritrova nella nuova veste di Veroli, fatta di ragione e di magia: la ragione è quella delle linee dritte, della simmetria, della prospettiva ingegnosa che crea luoghi architettonici deputati al movimento e alla vita. La magia è quella di dare movimento e fuga attraverso oasi di natura e colore in un cammino fatto di visioni ferme e austere, ma luminose vive e assolute. C’è profumo di primavera per le strade del paese, paese di uomini irrorati di cultura, di campanili e rocce senza gravità. Dedicarsi agli spazi aperti e ai loro insegnamenti è segno di civiltà, di benefici e costruttivi proponimenti. Prezioso scrigno di storia, tradizione e bellezza, Veroli torna a sorridere.
Un sorriso di gemme e ramoscelli in fiore che ha affascinato i primi turisti che con la lentezza che, il tempo richiede, ricominciano ad affacciarsi per queste ricche strade. Qualche cittadino non sembra convinto preferendo volgere lo sguardo al piccolo blocco di asfalto sconnesso. Ma è così da sempre: nelle miniere di diamanti si trovano i peggior ciechi. Per una volta, dopo tanto buio, respiriamo natura e colori e abbiamone cura.
Monia Lauroni