HOMEPAGE CRONACA Veroli – Lombardi: “I vaccini Pfizer per le prime dosi non arriveranno”

Veroli – Lombardi: “I vaccini Pfizer per le prime dosi non arriveranno”

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 Il medico e consigliere ernico disegna una “Pasqua amara” sul fronte dell’efficienza nella campagna vaccinale. Una Pasqua amara, ancora più amara di quanto può essere un giorno di festa vissuto dai medici di base che si sono schierati in prima linea in tema di vaccinazioni. Sulla scia di quanto dichiarato dalla FIMMG LAZIO che dipinge una realtà diversa da quella che ascoltiamo dalle TV e leggiamo dai giornali, abbiamo chiesto come procedeva la vaccinazione da queste parti a chi è sempre stato in prima linea ed avrebbe avuto sicuramente qualcosa da dire. Ad esternare tutto il suo rammarico il Dottor Egidio Lombardi, medico chirurgo, consigliere delegato e presidente della Commissione Sanità ernica. E lo fa con la foga di chi non ama mezze misure o misure che non gli consentano di esercitare il suo mestiere con la dedizione che è piglio assoluto del suo essere medico. “Sono molto rammaricato – lamenta Lombardi – questa mattina, intorno alle 10.50 mi hanno comunicato che i vaccini Pfizer per la prima dose destinata alle persone anziane e alle categorie vulnerabili non arriveranno. Sarà disponibile per noi medici di base soltanto la dose di richiamo per chi ha già ricevuto la prima inoculazione. Per noi medici di base che abbiano aderito al progetto vaccinale è stata una doccia gelata. Al di là delle belle parole, i fatti sono tutt’altra cosa. Procedendo in questo modo a singhiozzo, serviranno mesi e mesi per vaccinare almeno un 90% di popolazione, vanificando i nostri sacrifici, quelli delle persone ed esponendo a maggior rischio l’avanzata del contagio”. Niente mezzi termini da parte di Lombardi neanche per i criteri di vaccinazione che definisce paradossali. “Vaccinare una parte di popolazione molto più giovane rispetto a quella indicata dal piano nazionale vaccinale che ne avrebbe più urgenza è un paradosso. Si stanno vaccinando persone che, a mio parere, in questo momento non avrebbero “bisogno” di essere vaccinate. Una sequenza scomposta, quasi criminale. Prima di tutto, come si era detto inizialmente, la priorità era per le persone anziane e quelle estremamente vulnerabili. Non lo dico io, ma i bollettini di guerra a cui giornalmente assistiamo impotenti. A morire sono i nostri padri, i nostri nonni, i nostri malati gravi. Ben vengano hub vaccinali in chiese, palestre, strade, ma noi che conosciamo i nostri pazienti a memoria con tutte le loro fragilità, che siamo disposti a lavorare anche oltre l’orario, a raggiungere gli impossibilitati negli spostamenti nelle loro abilitazioni, anche gratis, dovremmo essere quelli ‘agevolati’. E invece no, a noi i vaccini non arrivano. Io personalmente sono riuscito a vaccinare circa 50 persone dall’inizio della campagna che ci ha trovato subito pronti e schierati, ma avrei potuto fare molto di più se avessi avuto più dosi a disposizione. E come me, tanti miei colleghi della provincia. Siamo stanchi di essere vezzeggiati, dicano le cose come stanno. La realtà è tutt’altra rispetto a quello che vogliono far credere. I vaccini non ci sono e noi siamo inermi di fronte a questo. Non è certo colpa nostra, che oltre al danno subiamo anche la beffa”.

Monia Lauroni