Alla fine il governo decide di tornare indietro sulla norma più contestata: il divieto di spostamento tra i Comuni il giorno di Natale. Ma sui dettagli la partita è ancora aperta. Soprattutto «per evitare che la dega possa trasformarsi in un via libera generalizzato», come sottolineano i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza che insistono sulla necessità di «non sprecare quanto fatto finora, non rischiare che le prossime settimane ci riportino a quanto accaduto durante l’estate con l’impennata di contagi da Covid 19». Mentre sindaci e governatori firmano ordinanze restrittive, si valutano varie ipotesi per consentire alle famiglie di trascorrere insieme i giorni di festa.
Piccoli Comuni
Tra le ipotesi esplorate in queste ore dal governo c’è quella di eliminare il divieto soltanto per i Comuni con meno di 5.000 abitanti, ma non sembra possa essere la soluzione. La norma viene infatti ritenuta troppo restrittiva e in ogni caso sarebbe complicato poter effettuare controlli. Per questo si fa strada la possibilità di un allentamento generale semmai limitandolo a livello provinciale.
Il giorno di Natale
Tra i ministri si è discusso se limitare la deroga al giorno di Natale, lasciando il divieto in vigore il 26 dicembre e il 1° gennaio ma anche questa ipotesi sembra accantonata perché rischia di essere superata dalla mozione del centrodestra che sarebbe certamente approvata al Senato e che invece è estesa a tutti e tre i giorni. Scartata la possibilità di dare il via libera agli spostamenti con una Faq (la risposta alle domande frequenti che il governo pubblica sul sito internet per chiarire i dubbi relativi ai vari articoli del Dpcm) perché non sono certamente idonee a modificare un decreto legge, si pensa dunque a un emendamento al decreto sul Natale oppure a quello sui ristori che potrebbe essere presentato dalla stessa maggioranza entro lunedì.