HOMEPAGE CRONACA Veroli – Una protesta che sconfina nell’atto d’amore per il Teatro

Veroli – Una protesta che sconfina nell’atto d’amore per il Teatro

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Uno spettacolo a cui non avremmo mai voluto assistere, mai. Con un sorriso amaro anche il Teatro Comunale di Veroli partecipa alla protesta che sta coinvolgendo a livello nazionale tutti gli operatori del settore arte e spettacolo. A dare voce al ‘lutto’ della cultura è l’Associazione Duecento22 – Arti e Spettacolo, gestore del teatro verolano che affida ai social risentimento e tristezza per una decisione empia e ‘funerea’. Triste monologo consumato in un teatro vuoto ma mai così affollato di anime. “Il Governo ha deciso di condannare a morte interi settori dell’economia italiana – recitano Enrico Quadrozzi e Fabrizio Bellacosa con la voce spezzata – Tra questi, i cinema e i teatri, che vengono chiusi nonostante abbiano rispettato tutti i protocolli di sicurezza, investito soldi per adeguarsi alle norme e i dati dicono che teatri e cinema non sono focolai di contagi. È un decreto scellerato che mette in ginocchio un’intera filiera e un mondo che ha sempre osservato le regole e dimostrato responsabilità. Per decreto, attori, registi, compagnie, macchinisti, attrezzisti, tecnici e tante altre figure professionali sono condannati alla disoccupazione Siamo indignati, arrabbiati e delusi da un Governo che non sa cosa fare per fermare il contagio e sceglie la strada più facile: uccidere la cultura italiana”. Il Teatro Comunale di Veroli, come tutti gli altri operatori del settore, si era già messo in moto per operare nel pieno rispetto delle norme di prevenzione e sicurezza previste dalle misure di contenimento per la diffusione del Covid-19. Norme stringenti, difficili, onerose eppure giuste, che hanno reso i Teatri luoghi sicuri, alla luce anche dei dati forniti da AGIS (associazione di categoria): dal 15 Giugno al 10 Ottobre, su quasi 350 mila spettatori intervenuti in spettacoli al chiuso e all’aperto, si conta infatti un unico caso di contagio accertato. Ma è così e sarà così. Fino al 24 novembre, ma chissà: nessuno tra gli addetti ai lavori sa quanto durerà la stretta del Governo sugli ultimi avamposti della cultura dal vivo. Occhi lucidi davanti all’uscio del teatro che si appresta a chiudere i battenti. Il virus peggiore è l’idea che la cultura sia accessoria. Il Teatro Comunale di Veroli è triste ma non conclude. Arrivederci ad un altro giorno, in un altro tempo, nello stesso luogo e in un altro luogo, in mille luoghi diversi. Tanti quanti possono essere i sogni di chi vive di Teatro, di chi vive per il Teatro, di chi vive grazie al Teatro. Di chi vive di Cultura non accessoria e necessaria. “Torneremo ad applaudire”.

Monia Lauroni