HOMEPAGE APPUNTAMENTI Rocca d’Arce, feste popolari e riti del fuoco: domani il convegno

Rocca d’Arce, feste popolari e riti del fuoco: domani il convegno

818
CONDIVIDI

Sei le delegazioni che, nel pomeriggio di lunedì 26 agosto, arriveranno da tutto il centro Italia a Rocca D’Arce, per dare vita al convegno nazionale ‘La notte in fiamme: i fuochi rituali nelle feste popolari dell’Italia Centrale’.

L’evento è organizzato dall’associazione onlus Lòm, che si occupa di valorizzare la cultura locale e popolare in Italia, in collaborazione con l’amministrazione comunale e la Pro Loco di Rocca d’Arce.

Il convegno sarà seguito dall’appuntamento annuale con la Festa delle Antiche Tradizioni alle 19.

A spiegare il motivo per cui è stato scelto il piccolo paese ciociaro è Thora Fjeldsted, islandese trapiantata in Italia, ricercatrice all’Università di Rotterdam e animatrice di Lòm.

“Facciamo una premessa: le feste popolari sono in assoluto tra i patrimoni più belli e originali, ma anche meno celebrati, presenti in Italia. È vero, alcune di queste tradizioni, come il Palio di Siena, o i Ceri di Gubbio, o il San Domenico e Serpari di Cocullo, hanno raggiunto una grande visibilità. Ma il fatto è che quasi ogni paese ha o aveva la propria festa e il proprio rito. Ancora ne rimangono decine se non centinaia praticamente sconosciute eppure uniche e interessantissime”.

“Beh, intanto a Rocca d’Arce si celebra un particolare rito del fuoco di fine estate: il ballo e rogo della Signora, che ogni anno chiude la Festa delle Antiche Tradizioni. Come già fatto a Pitigliano, di sembrava bello abbinare il convegno a un esempio concreto di fuoco rituale. L’associazione Lòm, che ha lanciato l’iniziativa, nasce dalle esperienze in campo scientifico, documentario e giornalistico degli accademici Thora Fjeldsted e Fabrizio Frascaroli”.

“Abbiamo avuto un lungo percorso accademico all’estero – racconta Fabrizio, bolognese di nascita e ora rocchigiano d’adozione – tra Svizzera, Olanda e Stati Uniti, prima di rientrare ufficialmente in Italia. Pur stando all’estero, però, da ormai 10 anni il nostro lavoro di ricerca nei campi dell’antropologia e dell’ecologia si è concentrato prevalentemente sull’Italia. In questo modo abbiamo incontrato tantissime realtà straordinarie ed esplorato territori poco conosciuti ma ricchissimi di storia, memoria e cultura popolare”

pm