HOMEPAGE CRONACA Ottaviani: Lazio Pride, anacronismi di maniera

Ottaviani: Lazio Pride, anacronismi di maniera

583
CONDIVIDI

“Purtroppo, nel 2019, una certa sinistra continua ancora a fare politica, con i soliti luoghi comuni di trent’anni fa, non rendendosi conto che, oggi, il nostro Paese, pur con tante difficoltà economiche, è diventato sicuramente, almeno, un Paese normale – ha dichiarato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani – Il Comune di Frosinone non ha concesso il patrocinio all’evento ludico-culturale della sfilata del Lazio Pride perché non ammette alcuna forma di violenza intellettuale o furbate nei confronti dell’Ente municipale. Erano stati proposti tre differenti percorsi ed era stata individuata, anche, la soluzione, condivisa, della centralissima via Adige, parallela a via Aldo Moro, per evitare disagi alla circolazione stradale e agli operatori commerciali il sabato pomeriggio. Purtroppo, le indicazioni del Comune non sono state tenute in alcun conto, al netto del fatto che abbiamo appreso direttamente dalla stampa anche il giorno dell’evento, senza che vi fosse alcuna possibilità di concordare neppure la data. È, questo, uno strano concetto di libertà, soprattutto quando muove nella direzione di limitare o anche cancellare i diritti degli altri. La vecchia logica politica di una parte della sinistra che, in modo manicheo, vede il bene solo da una parte e il male solo dall’altra, non funziona nel nostro territorio. Il mondo LGBT, quello autentico, che non ha bisogno di eccessi per essere fiero della propria identità, è quello che noi apprezziamo e rispettiamo e, soprattutto, è un’altra cosa. È quello di chi chiede rispetto per i diritti e l’uguaglianza, ma che, per primo, rispetta anche i diritti altrui o le norme sulla ordinaria convivenza civile. A coloro che, poi, sono rimasti prigionieri della propria enclave culturale, giungendo ad affermare che Frosinone dovrebbe evolversi, rispondiamo che, per migliorare le proprie conoscenze, dovrebbero farsi un giro per l’Italia, quella ritenuta più avanzata, ove il patrocinio per il Pride non è stato concesso, senza agitare spettri o fantasmi. Parliamo di comuni come Trieste, Rovereto, Varese, Brescia, Genova, la Regione Lombardia, in buona compagnia di amministrazioni da sempre di sinistra, come la Provincia di Trento o la stessa Firenze di Nardella”.