Il presidente del Frosinone, Maurizio Stirpe, intervistato nella trasmissione Radio Uno lo Sport su Radio Rai condotta dal giornalista Giorgio Matteoli. Quindici minuti di calcio, sulla stagione del Frosinone, i propositi futuri dei giallazzurri, il target dell’allenatore che verrà, il mercato in entrata e in uscita ma anche sul cambio di proprietà in casa-Fiorentina e l’importanza dell’arrivo di capitali esteri nel calcio italiano.
Presidente, ci eravamo sentiti con lei nel cuore della stagione di serie A. Purtroppo non sarà ancora serie A ma possiamo dire che il Frosinone ci ha provato, non ha mollato quasi fino alla fine. Crediamo che tornerete già da subito nella massima serie…
«La stagione che si è appena conclusa non ci ha soddisfatto. Rimarrà e per tanto tempo la sensazione che c’era la possibilità di poter competere fino alla fine ma così non è stato. Soprattutto per la falsa partenza che abbiamo avuto e che non siamo stati capaci di poter recuperare. I programmi sono quelli di provare a ricreare un progetto tecnico che possa essere una rampa di lancio per poter competere su obiettivi importanti. E’ evidente che l’obiettivo è quello di stare nella parte sinistra della classifica e poi capire anche in funzione degli altri contendenti se abbiamo le carte in regola per poter centrare i playoff. Questo è un target che ci siamo posti e che richiederà forti cambiamenti all’interno, sia dell’organizzazione societaria che per ciò che concerne i protagonisti».
Uno dei protagonisti, per lo meno nella seconda parte della stagione, non è più l’allenatore del Frosinone. L’ufficialità del divorzio da Baroni è arrivata nei giorni scorsi. Si è parlato di Fabio Caserta, si parla più in generale di diversi profili. Quale può essere il profilo giusto del prossimo allenatore del Frosinone, tale da poter far competere il Frosinone per la serie A 2020-’21?
«Sicuramente deve essere il profilo di un allenatore che abbia già combattuto per obiettivi importanti. Se sia giovane o meno giovane questo non conta ma quello che conta è che sia abituato a poter competere e saper resistere a tutte le pressioni che questo ruolo comporta. Soprattutto quando si è lì e si deve raggiungere un risultato importante. Poi vedremo. Tutti gli allenatori che ci attribuiscono di aver contattato, sono allenatori molto richiesti. Stiamo facendo un casting in questo momento, spero quanto prima di poter sciogliere la riserva».
Sono tutti giovani o abbastanza giovani i nomi usciti nelle ultime ore: Nesta, Oddio, Caserta, Bucchi. Nomi che dimostrano l’ambizione della Società.
«Assolutamente in via preferenziale preferiremmo che si sedesse sulla panchina del Frosinone un allenatore giovane, di prospettiva. Magari che sia riuscito già a raggiungere qualche risultato di rilievo. Ma questa è una condizione preferenziale, se non si dovesse realizzare e riuscissimo a trovare un allenatore che sposa il progetto e magari ha già dimostrato di saper competere, non ci faremmo scrupolo a prenderlo. In questa fase è ancora troppo presto ma sicuramente essere giovani è un titolo preferenziale come ho detto».
Il prossimo anno vede una sorta di rifondazione come spesso accade quando si cambia categoria. C’è chi come Pinamonti si sta mettendo in luce nel mondiale Under 20. Lo sta seguendo presidente Stirpe? C’è un po’ di attenzione per un giocatore che a tutti gli effetti è ancora del Frosinone?
«Guardate, ho suggerito a Gigi Di Biagio, selezionatore dell’Under 21, di provare ad impiegare Pinamonti anche nella sua squadra e da subito anche se ora sta giocando con l’Under 20. Pinamonti è un giocatore che mi ha particolarmente impressionato in quest’anno così negativo, è stata una delle poche note liete che ho potuto ammirare. E penso sia pronto per poter disputare l’Europeo Under 21».
Da un giovane come Pinamonti, al record-man di gol nella storia del Frosinone come Daniel Ciofani. Va verso i 35 anni. Secondo molti tra i giocatori più decisivi, anche con le sue 5 reti in A. Possiamo dire che il Frosinone ripartirà da uno come lui in B?
«Daniel è una colonna del Frosinone. Spero che possa rimanere con noi tanto tempo ancora. Però voglio fare un ragionamento un po’ più articolato: il Frosinone alla fine dell’ultimo campionato arriva anche al termine di un ciclo durato 6 anni. Questo ciclo ci ha portato tre campionati vinti, due retrocessioni dalla serie A e la disputa di un playoff in B. Ritengo che noi abbiamo bisogno di rigenerarci. Al pari della Società, ne hanno bisogno anche i calciatori. Per cui solamente dopo un’attenta riflessione secondo me si potrà ripartire avendo dei punti di riferimento certi e precisi. Spero che Daniel sia con noi ma è evidente che bisogna sempre analizzare e riflettere tutte le situazioni, sia da parte nostra che parte dei calciatori e poi provare a fare la giusta sintesi. Ho già avuto modo di dire che a Frosinone deve venire un tecnico che abbia delle motivazioni importanti e devono rimanere solo i calciatori che considerano il Frosinone un punto di partenza e non un punto di arrivo».
C’è un giocatore della rosa attuale dal quale le piacerebbe ripartire? Più come tifoso che come Presidente. Un giocatore che le piacerebbe far crescere ancora nella sua squadra e considerarlo un pilastro nel prossimo campionato?
«Sarei un ipocrita se le dicessi che esiste. Non mi sono posto il problema in questo momento. Piuttosto mi sono posto la necessità di essere ancora competitivi nella prossima stagione. Se tutto questo passa attraverso dei sacrifici che in questo momento sono imprevisti, decidere quindi sulla permanenza o meno dei calciatori attualmente sotto contratto, questo non è per me un problema. L’unico problema è quello relativo alla necessità di avere un parco giocatori che mi consenta di essere competitivo e che affronti questo campionato con passione, entusiasmo e stimoli positivi».
Una delle formazioni che nell’ultimo campionato avrebbe consentito la salvezza al Frosinone è la Fiorentina. Un pari ed una vittoria contro i viola. Sta seguendo quello che accade ai suoi colleghi Della Valle? Salutano dopo 17 anni. Lei come vice presidente di Confindustria li conosce molto bene. Come giudica questo momento per i viola?
«Questo è un momento di grande trasformazione. Sono contento del fatto che c’è luce per una situazione che sembrava non potesse avere sbocchi. A me non faceva piacere sentire le contestazioni a dei Presidenti che hanno fatto la storia di questo Club. Non dobbiamo dimenticare quando presero la Fiorentina dove era e dove la lasciano oggi. Quando succedono queste cose non è un bel sentire. E quando si criticano dei presidenti che hanno investito milioni e milioni di euro, secondo me non si ha contezza, non sul senso di riconoscenza ma sugli sforzi che una Proprietà ha fatto. E questa cosa, osservata da un presidente non è un bel vedere. Detto questo, che si sia trovata una soluzione per la quale alla fine sono tutti contenti, mi dà soddisfazione. Sono contento per i tifosi viola, per i Della Valle e sono contento per il nuovo Presidente che viene in Italia».
Un nuovo investitore, per restare in tema di Confindustria…
«Assolutamente. In questo momento l’Italia non è ‘cool’ sotto il profilo dell’attrattività di investimenti dall’estero, anzi debbo dire che il calcio sta sfatando questa vulgata. Ma da questo punto di vista è importante che un imprenditore estero ben venga in Italia e segnatamente nel calcio».
Presidente, c’è un giocatore che potrebbe essere ambito da Commisso per sostituire Federico Chiesa se dovesse lasciare la Fiorentina. Parliamo di Camillo Ciano, 7 reti per lui quest’anno, uno dei giocatori più apprezzati. Dicono le voci di mercato che potrebbe lasciare il Frosinone. Quanto sarebbe importante uno come Ciano per una nuova cavalcata il prossimo anno o è troppo difficile trattenerlo?
«Camillo è arrivato alla A troppo tardi ma proprio dopo averla assaporata ed aver dimostrato di starci bene, in questo momento è evidente che ha delle aspettative importanti. E’ un giocatore moto richiesto. Le voci sono vere. Per cui è evidente che, a fronte di aspettative del calciatore ed a fronte delle richieste, la Società non può essere sorda di fronte a questi accadimenti. Dovremo essere bravi tutti a trovare la miglior soluzione praticabile».
I Della Valle sono stati 17 anni a Firenze, per lei sono 16: cosa vorrebbe per regalo per i prossimi 16 anni del Frosinone guidato da Maurizio Stirpe? Quale obiettivo si pone, quale obiettivo chiede alla Società, alla piazza, alla squadra?
«In questo momento l’obiettivo è quello di ricreare la condizione per poter competere e tornare ancora in A. Però bisogna creare la condizione giusta, è un percorso che non è assolutamente semplice e non è assolutamente facile da semplificare. Abbiamo bisogno di ricreare entusiasmo, passione e voglia di arrivare per cui ci sarà un bel da fare. Il mio obiettivo fino a quando rimarrò nel calcio sarà sempre di stare nel mondo professionistico che conta. Che quando saremo bravi sarà la serie A e quando siamo meno bravi è la serie B. Ma non per questo sarà considerata come una diminuzione degli sforzi che quotidianamente mettiamo in campo per allestire una formazione competitiva».