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Alatri – L’Amministrazione entra nei dettagli sul lavoro di restauro e valorizzazione del mosaico

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Quella di Caponera è una ricostruzione capziosa dei fatti:  il progetto in realizzazione è completamente diverso da quello precedente e prevede un intervento di valorizzazione dei reperti rinvenuti attraverso pubblicazioni scientifiche (guida archeologica), riproduzione con tecnologie digitale 3D (ricostruzione della domus). Tanto è: le immagini scattate con tecnologia analogica nel 2006 non erano utilizzabili per tali fini. Da qui la necessità di effettuare nuovi rilievi con tecnologie moderne ed aggiornate da effettuarsi successivamente all’intervento di restauro dei reperti rinvenuti e non effettuato all’epoca, oltre all’ampliamento dell’area di scavo come richesto nella nota della Soprintendenza Archeologica, al fine di rilasciare un proprio parere sulla vecchia proposta progettuale e di fatto mai autorizzata.

La foto che dimostrerebbe la copiatura del progetto è evidentemente relativa al nuovo progetto e non al vecchio. La qual cosa oltre che stabilire una verità e cioè che Caponera esprime solo una convinzione di parte, non corroborata da fatti, pone anche un problema di non lieve importanza e cioè le modalità con cui il signore in questione  sia venuto in possesso di questa immagine visto che non esistono protocollate richieste di accesso agli atti a suo nome,  per queste carte.

Partiamo dall’inizio:  nel 2003, durante i lavori di ripavimentazione della Piazza S. Maria Maggiore vengono rinvenute delle emergenze archeologiche sia nella piazza stessa che lungo le vie adiacenti, per le quali l’Amministrazione Comunale prese impegno di recupero e valorizzazione. Nel 2005 viene dato incarico al progettista di redarre apposita proposta per il recupero e sistemazione delle emergenze archeologiche rinvenute: A febbraio del 2006 il Comune invia la proposta progettuale alla soprintendenza Architettonica, per intenderci, quella che prevedeva la posa in opera di un vetro che rendesse possibile la visione dei reperti,

Nel luglio 2006 a seguito delle richieste di integrazione delle rispettive soprintendenze che imponevano di fatto la revisione del progetto originario come presentato per l’acquisizione dei pareri, hanno visto l’inerzia della precedenti Amministrazione che nel periodo dal 2006 al 2011, non si è attivata per la redazione di una nuova proposta progettuale che tenesse conto delle suddette vincolanti prescrizioni. Nel 2011 l’Amministrazione Morini, riprende in mano la situazione e da nuovo impulso alle procedure di approvazione attraverso nuovi contatti con le rispettive Soprintendenze al fine di arrivare ad un progetto condivisibile sia sotto il piano della effettiva tutela e valorizzazione dei reperti sulla base delle risorse ancora disponibili.  Evidentemente ci siamo trovati davanti ad una situazione completamente diversa soprattutto relativamente al quadro economico (aumento dei prezzi e diminuzione delle risorse).

Quello che abbiamo fatto è stato  presentare un nuovo progetto condiviso con le Soprintendenze, tenuto conto della doppia tutela (Architettonica per la facciata, scala ed allestimenti interni degli Scolopi ed Archeologica per i reperti) che ottenesse il massimo del risultato possibile compatibilmente con le risorse disponibili, i famosi 500.000 euro del MEF in parte già utilizzati. Al termine dei lavori avremo quindi una documentazione scientifica dettagliata nei contenuti e nelle rappresentazioni grafiche e digitali, oltre ad un nuovo luogo di accesso turistico-museale non esclusivamente dedicato alla illustrazione dei reperti archeologici rinvenuti, ma finalizzato alla  promozione dell’intera Città di Alatri, visto come un unico complesso museale.