Ho sempre avuto difficoltà nel recensire libri di storia dell’arte a meno che l’autore non fosse anch’egli un artista. Tale rara e inconsueta fortuna mi è capitata leggendo il saggio “La Madonna di Costantinopoli in Alatri” di Eugenia Salvadori.
Quella magia di viva e semplice comprensione di una scultura tanto complessa mi ha rapito come possono solo la prosa letteraria, l’estetica, la linguistica applicate all’unisono e in un tutt’uno con l’opera d’arte.
Il lettore critico recensore non può che prendere atto gaiamente e cullarsi beato nella lettura a cui non si sente obbligato ad aggiungere o togliere nulla, tutto è già pronto e servito mirabilmente; e non solo per lui ma per ognuno, financo il cosiddetto lettore comune troverà agio e piacere senza sforzi di comprendonio.
E’ davvero questo il valore del libro di Eugenia Salvadori: da leggere e stipare nella libreria domestica, sempre a portata di mano per essere consultato o riletto da capo.
Dopo il breve e preciso quadro storico l’autrice espone una puntuale e profonda analisi dell’opera scultorea: la Madonna accarezza il lettore facendolo edotto di tutte le sue traversie, specificità, aneddoti sul suo “farsi”, sulla sua Vita. La narrazione prosegue accattivante nella spiegazione delle opere “minori” poste ai lati e brillantemente accostate alla statua principale, custodite nella Collegiata di Santa Maria Maggiore in Alatri.
Ciò che posso dire al lettore è semplicemente “Entra ed adora”.
Patrizio Minnucci