Vent’anni fa, quando Didier Deschamps alzava al cielo la prima Coppa del Mondo nella storia della Francia, Kylian Mbappé nemmeno era nato. Sarebbe venuto alla luce di lì a poco il fenomeno di Bondy che oggi s’è confermato come il vero talento di questo Mondiale.
La Francia, vent’anno dopo, s’è presentata ai nastri di partenza come la seconda nazionale più giovane di questo Mondiale, alle spalle solo della Nigeria, e ha stravinto la competizione. Dimostrando che quando c’è il talento, quando a disposizione hai una batteria formidabile di campioni, non c’è carta d’identità che tenga.
Mbappé compirà 20 anni solo il prossimo dicembre. E fa specie vedere un calciatore così giovane – che due anni fa quando la Francia arrivò in finale nell’Europeo casalingo nemmeno era in prima squadra al Monaco – determinare in modo così importante le sorti della sua squadra. Ci riuscì in modo ancor più significativo Pelé in Svezia, nel 1958, ma quasi mai un astro nascente del calcio Mondiale nemmeno ventenne aveva inciso così. Fece benissimo anche Bergomi nel 1982, ma qui siamo su un altro pianeta.
Nel giorno in cui Cristiano Ronaldo è sbarcato a Torino, il Luzniki di Mosca ha spiegato una volta in più chi sarà il suo erede. Dai poster nella cameretta al paragone più che legittimo con il leader d’infanzia il passo è breve. Anzi, a 19 anni Mbappé è andato oltre rendendosi protagonista di un’impresa incredibile. Che CR7, o chiunque altro ad eccezione di Pelé, può solo invidiare.