HOMEPAGE CULTURA Cesare Pascarella e la Ciociaria

Cesare Pascarella e la Ciociaria

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Cesare Pascare è poeta e pittore allegro, energico, spensierato e fattivo insieme nella Roma del seconda metà del secolo XIX. I suoi studi pittorici, i primi vagabondaggi per le campagne ciociare, a piedi, furono il seme da cui nacquero i più ampi viaggi in ogni parte del mondo alla maniera dei grandi turisti dell’Ottocento. C’è l’impronta di Pascarella in tutto il Novecento, un esempio per tutti: nel viaggio per le Indie di Edda Mussolini, troviamo nel gruppo di accompagnatori il poeta settantenne che racconta alla figlia del duce la sua fuga dal seminario di Frascati, l’amicizia don d’Annunzio e le vicende dei giornali di fine secolo ai quali aveva collaborato come “Capitan Fracassa” e “Don Chisciotte”. Recitava a memoria i suoi canti da “Er fattaccio” e lunghi brani della “Scoperta de l’America”. Diceva agli accoliti di Edda di voler scrivere un po’ di sonetti in romanesco  sulla scoperta dell’India. Raccontava come sulla porta d’una vecchia rivendita di sali e tabacchi ad Alatri avesse letto l’iscrizione “Sali e t’abacchi”, coinvolgendo gli astanti in grasse risate, cogliendo nella geniale battuta ciociara il malizioso riferimento al prima e al dopo dell’atto sessuale nell’uomo. Pascarella è uno dei migliori interpreti e testimoni della nostra epoca che ha saputo fondere il comico-grottesco con il dramma. Comico che dagli elisabettiani è sempre stato anticamera e prologo del dramma.

Patrizio Minnucci