Cesare Zavattini (Luzzara 20 settembre 1902 – Roma 13 ottobre 1989) è uno degli artisti più importanti del Novecento italiano: scrittore, sceneggiatore, regista e pittore, Zavattini (Za per gli amici) nel 1985 ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Alatri e nel 2002 gli è stata intitolata una scuola in contrada Fontana Scurano. Tali riconoscimenti nascono dal profondo legame tra il grande Za e Alatri di cui esistono infinite testimonianze. L’idillio inizia nel 1918 quando i genitori lo trasferiscono nella nostra città e lo iscrivono al liceo Conti Gentili, dove verrà nominato bibliotecario. Il giovane è di carattere aperto e brillante e in città trova il suo primo amore per una liceale, si conquista l’affetto della pensionante che lo ospita in quegli indimendicabili tre anni di soggiorno. Nel 1919 vede esposto in una drogheria il libro di Papini “Un uomo finito”: lo compra, lo legge in una notte rimanendone colpito. Dell’anno seguente è l’organizzazione del mitico sciopero degli studenti, forse il primo nella storia del liceo classico, a sostegno della causa fiumana di Gabriele d’Annunzio. Dopo la licenza liceale terminano gli anni alatrensi però Zavattini tornerà spesso in città per riammirarla e rincontrare gli amici della giovinezza. A tale proposito abbiamo uno straordinario racconto, figlio degli studi dei ricercatori Lucchetti e Rossi coadiuvati dal compianto Paride Quadrozzi e dal nostro Pietro Antonucci: il ritorno ad Alatri di Zavattini nel 1976. La cronaca della giornata è resa gustosa dall’amore che Za dimostra non solo per i vecchi amici del luogo ma per ogni angolo della città che nell’itinerario organizzato per l’occasione riaffiorano alla sua memoria. Le incantevoli strade del centro storico rifulgono di splendore negli occhi di Za come poesia; i tratti della sua autobiografia rivivono nel Trivio e nell’Acropoli come vere e proprie rimembranze leopardiane. Nulla è più dolce nella vita di Zavattini del ricordo della “sua” Alatri: i grandi successi cinematografici, letterari, artistici, rivivono nel ricordo di quella adolescenza e di quei luoghi e ne sono parte integrante. Senza elencare tutte le opere del Nostro ognuno può rileggerle e rivederle trovando in ognuna un aspetto dell’amore per la sua e nostra Alatri.
Patrizio Minnucci