I grandi calciatori si vedono sempre nelle occasioni che contano. Il rettangolo verde non mente mai e i giocatori di carattere e personalità escono sempre fuori nel momento decisivo delle stagioni di una squadra di calcio. Questo è stato il destino di Mirko Gori nel ritorno della sfida playoff in casa contro il Cittadella dove il suo gol dell’uno a zero è valso il biglietto verso la finale contro (altro scherzo del destino) Roberto Stellone uno degli allenatori che più hanno contato fino a questo momento nella sua ancor breve carriera da calciatore professionista. Il suo gol, rabbioso e pieno di significati, è stata la rete che ha scacciato la paura ed ha incanalato la partita su binari più confortevoli per l’undici allenato da mister Moreno Longo. L’1-1 finale poi ha consegnato il sogno di giocarsi ancora una volta la serie A in uno scontro diretto di due gare che si preannuncia avvincente e tirato fino all’ultimo secondo di gioco. “Raggiungere la finale era l’obiettivo minimo, lo meritavamo per quanto fatto vedere in campionato. Questo è un passaggio del turno figlio del carattere della nostra squadra. Speriamo di aver ripagato i tifosi dopo la delusione vissuta contro Foggia, ma ora non dobbiamo mollare”. Parole da leader quelle di Mirko Gori a fine gara nell’intervista flash concessa a Sky Sport subito dopo il fischio finale. Parole che risuonano come una riscossa dopo mesi e settimane di grande sofferenza dove solo chi era presente nell’ambiente giallazzurro riesce a riconoscere. Un misto di rivalsa e voglia di riprendersi con grinta e voglia quello che lo scorso anno e in parte anche quest’anno, nell’incredibile e rocambolesca sfida contro il Foggia, è sfuggito di mano in maniera crudele al Frosinone. Mirko Gori si è fatto carico del pensiero comune, ha messo sul campo una prestazione di altissimo livello nel momento in cui gli si richiedeva questo. La miglior prestazione della stagione nella partita forse più importante della stagione. I grandi calciatori sono questo. Sentono la pressione, ma la trasformano in energia positiva da gettare poi sul campo per trasformarla in qualcosa di bello. Il gol è stato questo. Un inserimento di forza e un piatto destro in corsa in cui c’era tutta la voglia di gettarsi alle spalle una volta per tutte ansie e paure. L’esultanza poi è stata la conseguenza. Un grido di forza da condottiero, da uno che indica la strada da seguire a compagni e tifosi. I suoi gol sono sempre stati pesantissimi per i risultati recenti del Frosinone. Il gol al Via del Mare di Lecce nella finale playoff della Lega Pro, il gol al Vicenza che era valso l’1-0 e una vittoria importante per la classifica nella successiva stagione di B e ultimo, ma non per ordine di importanza, quello al Brescia al Rigamonti che era valso il pareggio momentaneo prima del gol finale di Ciano. Tutti gol belli ed importanti segnati sempre in momenti cruciali delle stagioni. Contro il Cittadella allora chi poteva essere il protagonista della serata di festa giallazzurra? Naturalmente lui: Mirko Gori. Non ditegli però che è finita qui perché c’è ancora un passo da fare, il più importante di tutti. Vincere la finale playoff contro il suo “padre” calcistico. Tutto è pronto. La palla passa al campo. Come sempre.
Massimo Papitto