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Salute – L’infedeltà? Probabilmente è genetica

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L’essere fedeli o infedeli in amore e nel sesso, potrebbe dipendere da fattori genetici e non solo psicologici e culturali. La possibilità che esistano dei «geni della scappatella» viene suggerita da alcuni studi, preliminari ma pubblicati, ed è stata analizzata dagli esperti riuniti al 23esimo Congresso dell’Associazione europea di psichiatria (Epa) che si chiude oggi a Vienna.

 

GLI ORMONI PIÚ «COLPEVOLI»

«Alcuni primi studi pubblicati di recente – spiega lo psichiatra Richard Balon, della Waynestate University di Detroit (Usa) – suggeriscono che vi sono soggetti più o meno predisposti geneticamente alla fedeltà o all’infedeltà sessuale. Tale predisposizione genetica sarebbe correlata ai sistemi ormonali della dopamina, l’ormone del piacere e della curiosità, e dell’ossitocina, noto anche come l’ormone della gravidanza e dei legami».

 

LA PSICOLOGIA NON BASTA PIÚ A SPIEGARE I TRADIMENTI

Sul concetto di infedeltà genetica gli specialisti sono cauti: «Per ora è un’ipotesi da verificare e non deve certo diventare un alibi» per fedifraghi seriali, ammonisce Marcel Waldinger della Utrecht University olandese. Che però ammette: «Il puro approccio psicologico al tema dell’infedeltà non è più valido, perché è stato sfidato da nuovi dati scientifici che chiamano in causa fattori neurobiologici e genetici».

 

CROLLO DEL DESIDERIO

Voglia di tradire da un lato, crollo del desiderio dall’altro. Anche di questo si è parlato all’Epa 2015 di Vienna. «Oggi il calo della libido colpisce molte donne in menopausa e anche gli uomini», sottolinea Waldinger che ritiene «molto probabile, nei prossimi anni, l’arrivo di nuovi farmaci mirati contro l’inappetenza sessuale, femminile ma anche maschile. Ci sono vari principi attivi promettenti con nuovi meccanismi d’azione, che agiscono sugli ormoni e sui neurotrasmettitori coinvolti nel desiderio».

 

I FARMACI PER FAR TORNARE L’ISTINTO SESSUALE

Malattia in crescita, nuovo mercato. «Al momento – ricorda il neuropsichiatra olandese, esperto in disturbi della sfera sessuale – disponiamo di farmaci contro la disfunzione erettile maschile e di altri “ritardanti” contro l’eiaculazione precoce. Invece non sono ancora stati approvati medicinali per il calo della libido», anche se qualche anno fa la Fda statunitense disse no a una molecola per risvegliare il desiderio nella donna. «I nuovi principi attivi agirebbero però su bersagli diversi», precisa Waldinger.

 

NON BISOGNERÁ ABUSARNE

Il dubbio dei medici è che possano verificarsi «casi di misuso» come è accaduto per le pillole dell’amore «Viagra & Co», spesso utilizzate anche da uomini che non soffrono di impotenza, ma inseguono il mito della super performance. Sulla carta anche i farmaci per risvegliare l’appetito fra le lenzuola potrebbero essere usati impropriamente come “doping sessuale”, «ma oggi non possiamo saperlo né prevederlo con certezza», conclude lo specialista.

Fonte: lastampa.it