Il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, è intervenuto, nel pomeriggio, su Sky Tg 24, nella rubrica di approfondimento condotta da Olivia Tassara. Il tema del dibattito, a cui hanno preso parte anche Oreste Rutigliano, Presidente nazionale dell’Associazione Italia Nostra, Bruno Valentini, sindaco di Siena e Ermete Realacci, presidente della commissione ambiente della Camera, riguardava la ricerca da titolo “Centri storici e futuro del Paese”, realizzata da Ancsa (associazione nazionale centri storico-artistici) e Cresme, nella quale risultavano sfitti, nel 2011, circa la metà di numerosi capoluoghi italiani e, tra questi, anche quello della provincia di Frosinone. “I dati a cui fa riferimento lo studio – ha dichiarato il sindaco Ottaviani – sono relativi all’anno 2011 e fotografano, dunque, una situazione che poco ha a che vedere con quella attuale. L’amministrazione comunale, infatti, ha sempre avuto particolare attenzione nei confronti della parte alta della città. Si pensi all’acquisto del Teatro comunale Nestor, perché diventasse uno spazio aperto alla collettività, di socializzazione e di fruizione culturale, che ospita, ogni anno, una stagione teatrale di successo: a parità di spettacoli e con lo stesso cartellone attualmente in programmazione nei teatri storici di Roma e di Napoli, i prezzi sono ridotti di oltre il 70%, grazie al fatto che, essendo di proprietà comunale, il teatro Nestor permette una riduzione notevole, sia per gli abbonamenti che per i singoli biglietti. Oppure all’Accademia di Belle Arti, che ha trovato sede definitiva e prestigiosa nel palazzo Tiravanti. Attualmente, vi studiano oltre 1.000 studenti provenienti da ogni parte dell’Europa e del mondo frequentando le strade, i vicoli e i locali commerciali del centro storico. Si aggiunga il progetto di staging, promosso dall’assessore Testa, in collaborazione con i privati, per valorizzare l’immagine delle unità immobiliari e favorirne la vendita o l’affitto nel tempo più breve e al miglior prezzo. Senza contare che, con il ponte di Bailey, finanziato esclusivamente con risorse comunali, abbiamo ricollegato la parte bassa con quella alta del capoluogo, dopo la ferita inferta dal dissesto idrogeologico del 2013. Creare un’identità in una parte antica della città, che non può contare, certo, sulla storia medievale di Siena o Firenze, non è stato certo semplice, ma continuerà ad essere stimolante, anche per il futuro, sia per la parte pubblica che per l’orgoglio degli operatori privati”.