Omicidio Morganti, inchiesta chiusa. Il pool investigativo composto dal procuratore Giuseppe De Falco e dai sostituti Adolfo Coletta e Vittorio Misiti, ritiene che a commettere quel delitto siano stati Franco e Mario Castagnacci, 50 e 27 anni, il primo difeso dall’avvocato Marilena Colagiacomo, il secondo, suo figlio, dagli avvocati Angelo Bucci e Massimiliano Carbone, stessi difensori del terzo indagato, Paolo Palmisani, 24 anni e il suo coetaneo Michel Fortuna, difeso dal legale Giosuè Bruno Naso. Devono rispondere di omicidio volontario aggravato da futili motivi. Secondo i magistrati i quattro, in concorso tra loro, insieme ad altri soggetti non ancora identificati, sotto l’effetto di alcol e stupefacenti, da un banale litigio iniziale, avvenuto all’interno del music club, ‘ in una sorta di esaltazione collettiva con intenti emulativi dei comportamenti violenti altrui’,avrebbero aggredito Emanuele Morganti. La violenza, secondo gli investigatori, sarebbe avvenuta in almeno tre episodi. In zone diverse di piazza Regina Margherita. In un lasso di tempo ristretto e con un’escalation di violenza e ferocia. Agli amici del ventenne di Tecchiena sarebbe stato impedito di prestare aiuto. La vittima, si legge nell’avviso della Procura, sarebbe stata inseguita mentre cercava di scappare. Raggiunta, sarebbe stata colpita con schiaffi e pugni alla testa e al corpo. Colpi che avrebbero compromesso progressivamente la capacità di reazione del giovane. Un ultimo colpo, un pugno, inferto nella zona mediana della nuca avrebbe provocato l’urto frontale contro il montante inferiore di una macchina parcheggiata nella piazza. Urto che avrebbe provocato lesioni gravissime, causa della morte. Resta da chiarire la posizione degli altri quattro indagati. Quali siano, se esistenti, le implicazioni e i ruoli di ciascuno nella vicenda.
Fonte: laprovinciaquotidiano