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Fondi – Il vino e la nostra storia: presentazione del libro di Giuseppe Nocca e degustazione enogastronomica

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Venerdì 28 Luglio p.v., alle ore 21.00 nella Villa Cantarano – angolo piazza Porta Vescovo, sarà presentato l’ultimo libro di Giuseppe Nocca “Cecubo. Dalle anfore da vino al vino in anfora” (Arbor Sapientiae Editore, 2017), un viaggio a ritroso nel tempo per conoscere ed assaporare “la bevanda degli dei”.


 

cecubo copertina libro Giuseppe Nocca  L’evento, patrocinato dal Sistema Bibliotecario Sud Pontino, è inserito nel progetto “Fondi – Le Emozioni del Borgo”, ideato dal Comune di Fondi e cofinanziato dalla Regione Lazio e per la cui attuazione collaborano l’Associazione Pro Loco Fondi e i Parchi degli Ausoni e degli Aurunci.

La serata, ad ingresso libero, sarà aperta dai saluti del Sindaco di Fondi Salvatore De Meo, del Vicesindaco e Assessore alla Cultura e Turismo Beniamino Maschietto e dalla Presidente della Commissione Cultura e Turismo Sandra Cima.

Con il professor Giuseppe Nocca, a svelare le origini del vino così com’è arrivato a noi ci saranno la giornalista enogastronomica Tiziana Briguglio e il giornalista e Presidente della Pro Loco di Fondi Gaetano Orticelli.

Nel corso della serata è prevista la degustazione di prodotti enogastronomici locali grazie al vino Abbuoto di Peppe Raffaele della frazione San Raffaele – Cesulo e al Torpedino®, il pomodoro di piccola taglia, di forma allungata, appartenente alla categoria dei mini San Marzano.

«Il Cecubo è il vino più prestigioso dell’antica Roma  – ricorda Nocca, che ne svela le origini –.  Il mistero che avvolge il Cecubo va forse ricercato nella particolarità delle sue uve che pare crescessero nella palude dell’attuale pianura di Fondi e Monte San Biagio in provincia di Latina, contraddicendo ogni attuale conoscenza sull’ambiente pedoclimatico della vite coltivata che non tollera i terreni acquitrinosi. Un viaggio tra passato, futuro e presente, che termina approdando al vino in anfora oggi in Italia».

Numerose sono le citazioni e l’interesse che autori latini e greci hanno dedicato a questo formidabile status symbol dell’antichità. Ne è la prova un’ansa di anfora recante i riferimenti dell’imbottigliatore ritrovata su un basso fondale al largo della costa atlantica del Marocco a seguito degli intensi traffici commerciali tra Roma e l’Africa.

Il libro si addentra, in fase di ipotesi, sulle caratteristiche della vite selvatica (Vitis sylvestris) che, contrariamente a quella coltivata, vive in luoghi freschi e umidi.

Nel rimandare al testo per la diffusione della vite selvatica in Italia e nella zona in cui il Cecubo era coltivato, è interessante rilevare il rinnovato interesse per la vite selvatica, una specie altamente sostenibile, non soggetta ad attacchi parassitari, e in grado di offrire un vino bevibile con un contenuto di sostanze antiossidanti quali la Delfinidina, Petunidina, Cianidina, Peonidina e Malvidina oltre ad acidi fenolici, benzoici e flavonoli.

Il volume termina il suo percorso storico approdando al vino in anfora oggi in Italia; alcune aziende hanno messo a punto la produzione di vini utilizzando dei grandi “dolia” in terracotta, interrati nel suolo, all’interno dei quali viene effettuata una lunga macerazione delle vinacce dopo la pigiatura.

Ne scaturisce un vino dal sapore profondamente diverso rispetto alla vinificazione tradizionale, poiché più ricco di estratto secco dovuto al lungo contatto tra vinacce ed alcol, con profumi più spiccati di frutta matura e maggiormente acidi.

La riscoperta dei vini in anfora riconduce il contenuto del testo alla Georgia, stato caucasico, da cui la vite selvatica aveva iniziato il suo viaggio più di 4.000 anni fa, e nella quale ancora oggi, nella regione della Kakhetia, si produce vino secondo la tecnica dell’antica Roma.

Il testo propone una sintesi tra archeologia, botanica e nutrizione alla ricerca di quegli stili di vita che hanno caratterizzato i nostri progenitori.

Giuseppe Nocca, con una vasta esperien­za di agronomo, appassionato di cultura clas­sica e con una lunga docen­za di Scienza degli Alimenti, dedica le sue energie ad una ricerca incessante delle ra­dici culturali e storiche che sottendono usi e abitudini alimentari del nostro pae­se. Tipologie, tradizioni e sacralità del cibo sono tre obiettivi salienti che guidano l’autore nel suo lavoro alla ricerca delle origini ove tro­vare non solo risposte, ma anche stimoli per un diverso approccio al moderno stile di vita.