HOMEPAGE CRONACA La chiamano Transiberiana d’Italia e non è difficile capire perché, viaggio sulla...

La chiamano Transiberiana d’Italia e non è difficile capire perché, viaggio sulla storica ferrovia Sulmona Isernia

753
CONDIVIDI

La ferrovia Sulmona-Roccaraso, un tratto della cosiddetta Transiberiana d’Italia è la seconda più bella al mondo, superata solo per suggestione ed emozioni regalate dalla California Zephyr Train, che permette di attraversare gli Stati Uniti d’America da Chicago a San Francisco.


 

2  3 “È una grande soddisfazione, spiegano i componenti dell’Associazione “Le rotaie”, composta da volontari Abruzzesi e Molisani che per questa linea ferroviaria secondaria dell’Abruzzo e del Molise hanno lottato per evitarne lo smantellamento, dopo che sono state cancellate le corse ordinarie, lungo un tracciato spettacolare, oggi attraversato da un servizio di viaggi turistici anche con treni d’epoca. Senza guadagnarci nulla, ma solo per passione e amore della loro terra.

Un nostro lettore, Antonio Lunghi di Frosinone, ci manda una suggestiva raccolta fotografica di questo bellissimo viaggio intrapreso con la famiglia e ci spiega che la ferrovia e le carrozze “è un museo viaggiante a bassa velocità. È in po’ come vedere un documentario dal vivo, con le immagini che scorrono da finestrino, tra paesaggi di cui forse gli Abruzzesi e i Molisani non hanno piena consapevolezza della loro unicità e bellezza a livello mondiale, perchè qui la natura selvaggia si abbina ad una storia secolare, a un passato italico, romano, medioevale, e rinascimentale che abbiamo solo noi”.

4  5 La ferrovia lunga 128 chilometri fu ritenuta un capolavoro di ingegneria, che dai 328 metri d’altezza di Sulmona raggiunge gli oltre 1.200 della stazione di Rivisondoli, lungo ponti, viadotti e gallerie. Nel cuore del Parco Nazionale della Majella. Per poi scendere ai 730 metri di Castel di Sangro e risalire in quota lungo l’area naturalista del Monte di mezzo, destinazione Carovilli, Carpinone e infine Isernia, in Molise.

Nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, fu distrutta dai tedeschi in fuga, e fu ricostruita solo nel 1960. Poi arrivarono le politiche di razionalizzazione e smantellamento: la tratta fu dichiarata un “ramo secco”, troppi pochi passeggeri, rispetto ai costi di esercizio, con buona a pace delle migliaia di abitanti e contribuenti delle aree interne, che il treno lo usavano eccome.

Subito dopo la revoca dei collegamenti ordinari da parte della regione Abruzzo e successivamente sposando il progetto “Binari Senza Tempo”, è stato stipulato un contratto di noleggio di rotabili storici di proprietà della Fondazione FS Italiane per organizzare, nel solo 2015, ben 22 treni turistici, nella ferrovia Sulmona-Isernia.