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Ciociaria – Elezioni comunali, ACI Frosinone chiede ai candidati un impegno contro le morti su strada

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A poche settimane dal voto per le amministrative il Presidente dell’ente di via Fabi lancia un appello ai futuri sindaci: “Promettete impegno sulla sicurezza stradale, il trend positivo nel 2015 ha avuto una brusca frenata che in provincia di Frosinone. Con la nuova Legge sull’Omicidio Stradale i gestori delle strade sono corresponsabili penalmente


Secondo le stime ACI Istat relative al 2015, gli incidenti stradali e i conseguenti danni (tra feriti gravi e morti) hanno ricominciato a salire, dopo un decennio virtuoso che ha visto l’Italia, come il resto dell’Europa, dimezzare incidenti e vittime della strada. Nei primi sei mesi del 2015, sono stati poco meno di 85 mila gli incidenti stradali con lesioni a persone avvenuti in Italia. Il numero dei morti entro il 30/o giorno è stimato in 1.596 casi, i feriti 119.599 con un aumento dell’1% per le vittime. Diverse le cause che contribuiscono a questa recrudescenza ma, su tutte, la fine dell’effetto “punti patente” che per un po’ di anni dall’istituzione aveva tenuto alta la guardia dei guidatori, la diminuzione delle risorse statali per il comparto sicurezza (meno mezzi e uomini= meno controlli su strada) ed, infine, il taglio dei trasferimenti di fondi pubblici agli enti territoriali che hanno il dovere e il compito di manutenzione sulla rete infrastrutturale e sulle strade.

In concomitanza con le elezioni amministrative, dunque, dall’Automobile Club Frosinone, il presidente Achille Pagliuca, ha deciso di lanciare un appello a tutti i candidati Sindaco dell’intera provincia di Frosinone, per sensibilizzarli su questo delicatissimo tema che attiene alla vita di tutti i cittadini, siano essi guidatori, pedoni, ciclisti o motociclisti: la sicurezza stradale.

In particolare, il vertice dell’ente preposto per Statuto alla tutela dell’automobilismo e degli utenti della strada in generale, pone l’attenzione su un dato “nuovo” che scaturisce dalla nuova legge sul cosiddetto “Omicidio Stradale” e che i diretti interessati molto spesso non conoscono, o non ancora. La legge, infatti, prevede il coinvolgimento penale non solo per chi abbia causato l’incidente e gli eventuali danni a persone e cose, ma anche per il gestore della strada e per chi è ufficialmente obbligato alla sua manutenzione.

Stando ad una circolare del Ministero dell’Interno, infatti, la responsabilità per il reato di omicidio stradale, nella sua forma non aggravata, ricade anche su chi si occupa «della manutenzione e costruzione delle strade e dei veicoli». In altre parole, l’Anas, i sindaci, i presidenti di Provincie e Regioni e anche le case produttrici di auto per estensione. Ma se i problemi tecnici delle singole vetture dovute a errori delle case produttrici sono un fenomeno più circoscritto, altrettanto non si può dire delle condizioni delle nostre strade. Guard-rail montati male, segnaletica illeggibile o assente ma soprattutto asfalto rovinato e buche: tutte queste carenze strutturali possono far scattare l’incriminazione per omicidio stradale in capo ai vertici degli enti che dovevano occuparsi della manutenzione. A stabilirlo è una circolare interna diramata dal dipartimento della sicurezza pubblica del Viminale e destinata a Prefetture, Questure, Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza pochi giorni dopo l’approvazione del reato di omicidio stradale.

In realtà questa circolare non esprime nulla di nuovo, perché la Cassazione in passato si era già espressa sulla responsabilità penale dell’ente proprietario della strada. Anche perché la pena per il reato è esemplare: da due a sette anni di reclusione. La nuova fattispecie, prevista dall’articolo 589 bis del codice penale prevede pene detentive più severe (fino a 12 anni di reclusione, che diventano 18 nel caso di più vittime) rispetto all’omicidio colposo, che aumentano nel caso in cui il guidatore abbia causato l’incidente perché sotto effetto di alcool o droga, se guidava oltre i limiti di velocità consentiti o se ha compiuto manovre azzardate. Inoltre, è previsto il raddoppio dei termini di prescrizione e l’arresto obbligatorio in flagranza, nei casi più gravi.

Auspico – dichiara il Presidente di ACI Frosinone – che i candidati sindaco, ma anche i Primi Cittadini ancora in carica, prendano sul serio questo problema, non tanto per evitare a se stessi e al proprio ente di essere considerati responsabili nei casi di incidenti con colpa riconducibile agli obblighi di manutenzione, ma soprattutto per salvare le vite dei propri concittadini. È una vera e propria emergenza nazionale che conta ancora quasi 3.500 vittime; è come se ogni anno sparisse improvvidamente una piccola città di provincia e questo è inaudito in un periodo storico in cui la tecnologia la fa da padrone in ogni settore. Dobbiamo fare uno sforzo collettivo- conclude Pagliuca- radunare le risorse, metterle in rete e agire sia sul fronte delle campagna di educazione (teoria e pratica) di cui l’ACI è fautore per sua natura specifica, sia sul fronte della manutenzione stradale, sia sul piano politico impegnando il Governo e i Governi futuri a stanziare più fondi e non a tagliare su un comparto fondamentale come la sicurezza che poi non copre solo l’aspetto stradale ma anche la criminalità, piccola o di natura terroristica e tanti altri aspetti della nostra vita quotidiana. L’ente che presiedo è sempre disponibile a collaborazioni istituzionali per eventi, lezioni, campagne di comunicazione e anche a mettere a disposizione le proprie risorse professionali e le proprie strutture anche nazionali per progetti interistituzionali”.